L’origine delle specie di Charles Darwin è un plagio? Cosa sappiamo della teoria complottista

Il libro di un criminologo inglese grida al furto della teoria dell’evoluzione: ad averla concepita sarebbe stato Patrick Matthew e non Darwin, un “non” caso risolto già nel 1861

Con il libro L’origine delle specie, Charles Darwin è entrato di diritto nella storia e ha di certo aiutato le successive generazioni di studiosi a portare avanti questo tipo di ricerche. A distanza di oltre 160 anni dalla prima pubblicazione di quel volume, che divenne subito un best seller, il naturalista inglese viene tacciato di plagio, per l’ennesima volta, dal criminologo Mike Sutton autore del libro sensazionalistico Science Fraud: Darwin’s Plagiarism of Patrick Matthew’s Theory ovvero Frode scientifica: il plagio di Darwin della teoria di Patrick Matthew in uscita in questi giorni.

Cosa racconta la storia e la corrispondenza di Darwin

Peccato che gli archivi del Darwin Correspondence Project dell’Università di Cambridge raccontino una storia diversa tanto da far pensare che a così tanti anni di distanza si stia scatenando una teoria del complotto utile nel suo sensazionalismo per promuovere un libro. Ma riavvolgiamo il nastro della storia.

Il 10 aprile 1860 Charles Darwin scrive ad un amico: mentre leggeva la rivista di botanica The Gardeners’ Chronicle si era imbattuto nella pubblicazione di un estratto del lavoro di Patrick Matthews, datato 1831, in cui si anticipava brevemente la teoria della selezione naturale. Incuriosito ne aveva ordinato il libro Legname navale e arboricoltura per capire meglio. In una lettera del 13 aprile 1860, lo scienziato scrive alla redazione del The Gardeners’ Chronicle quanto segue:

“Riconosco liberamente che il Sig. Matthew ha anticipato di molti anni la spiegazione che ho offerto dell’origine delle specie, sotto il nome di selezione naturale. Penso che nessuno si sentirà sorpreso dal fatto che né io, né apparentemente nessun altro naturalista, avessimo sentito parlare delle opinioni del signor Matthew, considerando quanto brevemente sono state fornite, e che sono apparse in appendice a un’opera sul legname navale e l’arboricoltura. Non posso fare altro che porgere le mie scuse al signor Matthew per la mia totale ignoranza della sua pubblicazione. Se è richiesta un’altra edizione della mia opera, inserirò un avviso in tal senso”.

Patrick Matthew, chi era?

Vissuto tra il 1790 e il 1874 Patrick Matthew è stato un commerciante di grano, coltivatore di frutta, guardaboschi e proprietario terriero. La sua pubblicazione conteneva sicuramente un concetto di base della selezione naturale, come meccanismo di adattamento evolutivo, che non sviluppò o pubblicizzò eccessivamente. Ecco perché il padre della teoria dell’evoluzione per selezione naturale delle specie viene riconosciuto in Charles Darwin da parte della comunità scientifica.

Il riconoscimento pubblico a Matthews da parte di Darwin

Nel1861, in occasione della terza ristampa de L’origine delle specie, vengono aggiunte 9 pagine di “aggiunte e correzioni” dove viene citato il lavoro di Matthews. Darwin ripercorre come ha scoperto della pubblicazione e rende noto ai più anche lo scambio epistolare con il sig. Matthews sulle pagine del The Gardeners’ Chronicle.

Nello specifico, nella missiva a firma di Matthews del 12 maggio 1860 erano contenute le seguenti frasi: “Per me la concezione di questa legge di natura è venuta intuitivamente come un fatto evidente, quasi senza uno sforzo di concentrazione del pensiero. Il signor Darwin qui sembra avere più meriti nella scoperta di quanto ne abbia avuto io; a me non sembrava una scoperta”.

Insomma caso chiuso dal 1861. Non c’è nessuno scandalo, plagio o frode: le teorie sull’evoluzione delle specie erano sicuramente argomento di discussione negli ambienti frequentati da questi uomini di intelletto. Ma parliamo anche di un’epoca lontana dalla nostra, dove siamo abituati alla velocità di diffusione delle notizie, in cui si comunicava per missiva anche tramite giornali.

Invece è bene notare che era comunque già previsto il diritto di rettifica. E Darwin ne ha fatto buon uso, non una ma ben due volte.

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FONTI: Darwin Correspondence Project; Darwin online;

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