“Avevo scrutato l'inferno”, così Ben Ferencz raccontava i crimini dei nazisti quando a Norimberga, nel “più grande processo per omicidio della storia”, ebbe un ruolo chiave
È morto all’età di 103 anni Ben Ferencz, l’ultimo procuratore vivente del processo di Norimberga: processò i nazisti per genocidio e ottenne condanne contro 22 comandanti degli squadroni della morte.
A soli 27 anni fu tra i primi testimoni esterni a documentare la ferocia dei campi di concentramento della Seconda guerra mondiale. E fu lui, nel 1947 a Norimberga, a sostenere l’accusa con i componenti detgli Einsatzgruppen, unità mobile nazista di sterminio, che operò in Europa orientale con esecuzioni sommari.
Furono 22 gli imputati di cui Ferencz ottenne la condanna e, tra l’altro, aveva qantificato in un milione le vittime di quella che definì “Shoah per arma da fuoco”.
Se mio padre avesse potuto fare un’ultima dichiarazione, sono certo che avrebbe detto “il diritto e non la guerra”, così lo ricorda il figlio Donald Ferencz.
“I had peered into hell.” Ben Ferencz witnessed the Nazis’s crimes as a US Army war crimes investigator traveling with troops liberating concentration camps. At Nuremberg, he had the chance to hold Nazis accountable. Ben won what was called "the biggest murder trial in history." pic.twitter.com/k0ylQ2uqxN
— US Holocaust Museum (@HolocaustMuseum) April 10, 2023
Nato nel 1920, Ben Ferencz era un giurista ungherese naturalizzato statunitense di origine ebraica. Quando aveva 10 mesi, la sua famiglia emigrò negli Stati Uniti e qui studiò, ottenendo una borsa di studio per la Harvard Law School. Dopo la laurea si arruolò nell’esercito in Normandia, combattendo nella battaglia delle Ardenne. Fu poi trasferito in un’unità responsabile della raccolta di prove di crimini di guerra, mentre le forze alleate si avvicinavano al centro del potere nazista a Berlino. Ferencz entrò in diversi campi di concentramento (Buchenwald, Mauthause, Flossenburg, Ebensee) poche ore o pochi giorni dalla loro liberazione.
Strenuo difensore dei diritti umani, ha anche scritto nove libri e decine di articoli, tenuto innumerevoli discorsi e viaggiato per il mondo fino ai suoi 90 anni diffondendo il suo motto di “legge non guerra”.
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Fonte: Washington Post
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