Los Caballucos del Diablo: i dispettosi “Cavalli del Diavolo” che compaiono nella notte di San Giovanni in Cantabria

Una notte magica e meravigliosa se non fosse per la presenza di alcuni piccoli guastafeste che prendono il nome di "Caballucos del Diablo", i Cavalli del diavolo.

In Cantabria, regione autonoma situata sulla costa nord della Spagna, ogni anno il 23 giugno si accendono grandi falò accompagnati da musiche e danze per celebrare la Notte di San Giovanni.

Un tempo si riteneva che il fuoco fosse purificatore e in grado di allontanare tempeste e grandine, proteggendo così i raccolti. Inoltre, secondo le leggende locali chi ha il coraggio di saltare sul fuoco può esprimere un desiderio che vedrà presto esaudito.

Una notte magica e meravigliosa se non fosse per la presenza di alcuni piccoli guastafeste che prendono il nome di “Caballucos del Diablo”, i Cavalli del diavolo.

Questi cavalli con ali di libellula dagli occhi rosso fuoco vivono nascosti nelle caverne, dove dimorano in attesa del solstizio d’estate. Sono le anime dei peccatori condannati a vagare per l’eternità per la Cantabria, venuti a sfogare la loro furia per un anno di peccati.

I Caballucos presentano 7 diversi colori in base ai peccati che hanno commesso in vita: quelli rossi, per esempio, sono uomini che prestavano denaro ai contadini per sottrarre loro le proprietà, quelli bianchi sono mugnai che rubavano ai padroni, quelli neri eremiti che si prendevano gioco delle persone ordendo loro brutti scherzi. Ma ne esistono anche di blu, gialli, verdi e arancioni.

Si nutrono di quadrifogli portafortuna e sono soliti avventarsi sulle persone che incontrano, a meno che queste ultime non portino con sè un mazzetto di verbena raccolta il giorno prima o posta accanto al fuoco di San Giovanni, al quale non si avvicinano in quanto fuoco sacro, diverso da quello infernale.

Quando i Caballucos si fermano per riposare, capita che la loro saliva goccioli a terra trasformandosi in lingotti d’oro. Secondo le leggende locali chi li raccoglie diventa ricco, ma dopo la morte andrà direttamente all’inferno.

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FONTI: Cantabria total/Naturea Cantabria

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