Lorenzo Parelli: non è una “morte bianca” ma una morte di scuola

Lorenzo Parelli,18enne friuliano, è morto ieri al suo ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro schiacciato da un putrella in una fabbrica

Lorenzo Parelli aveva solo 18 anni e ieri è morto in una fabbrica in Friuli durante il suo ultimo giorno di stage, parte di un progetto di alternanza scuola-lavoro. Una tragedia davvero inaccettabile.

Castions di Strada, piccolo comune del Friuli Venezia Giulia, è sotto shock così come l’Italia intera per la morte di Lorenzo Parelli che ieri, mentre era a Lauzacco nello stabilimento della Burimec, azienda specializzata in sistemi avanzati di pesatura industriale, è stato vittima di un incidente mortale.

Il giovane stava operando su un macchinario che già conosceva e su cui aveva lavorato nei giorni precedenti durante lo stage che stava svolgendo presso l’azienda nell’ambito di un progetto PCTO, Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (la vecchia alternanza scuola-lavoro). Improvvisamente, una putrella (una trave d’acciaio) di diverse tonnellate si è staccata e l’ha schiacciato.

A nulla sono serviti i soccorsi degli operai che hanno assistito alla scena, così come l’intervento di ambulanza ed elisoccorso. Il ragazzo è morto sul colpo. Un destino davvero terribile per Lorenzo che era al suo ultimo giorno di stage in collaborazione con l’azienda di costruzioni meccaniche.

Una tragedia inaccettabile, in un Paese in cui troppo spesso ancora si verificano morti sul lavoro, ma in questo caso non era neppure un lavoro, tecnicamente Lorenzo era lì per conto della scuola (frequentava l’istituto tecnico Giacomino Bearzi di Udine).

E non è certo questa la scuola che vogliamo, così come dobbiamo esigere luoghi di lavoro che siano sicuri al 100% per tutti coloro che li frequentano.

Una vicenda che oltre al dolore, oltre a riaccendere ancora una volta la polemica su questi progetti scolastici che cercano di inserire i giovani nel mondo del lavoro togliendoli forse troppo prematuramente alla scuola e in condizioni non sempre di piena sicurezza, sta generando – giustamente – l’indignazione di tutt’Italia perché è davvero inaccettabile morire così.

Così hanno commentato Rossana Dettori, segretaria confederale della CGIL e Francesco Sinopoli, il segretario generale della FLC CGIL:

Al cordoglio che esprimiamo come CGIL nazionale e FLC CGIL per una morte orribile di un ragazzo tanto giovane, si unisce l’indignazione per il fatto che si continua a utilizzare la vecchia alternanza, ora denominata con un altro acronimo, per impegnare gli studenti in attività che appaiono chiaramente lavoro non retribuito e spesso con scarsi livelli sicurezza. Questa vicenda tristissima conferma le rivendicazioni che portiamo avanti da anni: chiediamo l’abrogazione delle norme sull’obbligatorietà dell’alternanza ora PCTO introdotta dalla Legge 107. L’obbligatorietà ha comportato la moltiplicazione di esperienze e attività, non solo slegate dal proprio percorso educativo, ma spesso improvvisate, di scarsa qualità, che in tanti casi si concretizzano in vere e proprie prestazioni di lavoro gratuito prive di qualsivoglia intenzionalità educativa.

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Fonti: Ansa Friuli / Friuli Oggi

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