Lo spot di Control prova a infrangere tabù e stereotipi sulle mamme (ma non lo vedrete mai)

Siamo come al solito di fronte al sottile filo rosso che separa il perbenismo dal reale stato dei fatti. E che ci sbatte in faccia la cruda verità: anche le mamme fanno del sano piacevole bellissimo sesso. Timorosi che lo sappiano anche gli angelici puri innocenti figli? Tranquilli, loro conoscono cose che voi umani nemmeno potreste immaginare

Censura anno Domini 2023, perché nessuno sappia in giro che il piacere – quello fisico e passionale – è roba che riguarda anche le donne. Non donne qualunque, no no, ma quelle che la società vede come super eroine dal cuore tenero e dal piglio deciso, quelle che possono tutto – anche lavorare 12 ore al giorno (sottopagate) e preparare la cena per gli abitanti della sua casa (quella di cui è tradizionalmente affibbiata la conduzione generale): le mamme, proprio loro.

Quella “categoria” di donne, insomma, che abbiamo scoperto or ora essere anche asessuate.

Proprio così: è questo il succo della pulizia simil puritana che ha travolto la Control, lo stranoto brand di contraccettivi e sex toys che si è visto censurare letteralmente i suoi cartelloni pubblicitari.

Per la Festa della mamma volevamo rompere un tabù che da troppo tempo esiste e dire a chiare lettere che, sì, anche le mamme possono provare piacere, scrivono.

Ma qual è l’oggetto del problema che problema non è? Il volto di una donna visibilmente in estasi, un vibratore di lato e al centro la frase della serie macheseipazzocisonoibambini:

La mamma non si tocca. O forse sì.
(Quest’anno falle un regalo che le farà davvero piacere. Regala Soul Vibes).

Geniale, direbbero i più. “C’è la mano del Diavolo”, direbbero altri. Toh, toh, mammina non si tocca. E giù di censura. Quella affissione non l’hanno mai fatta uscire, ma da Control giurano ugualmente una guerrilla del piacere. Il motivo?

Se anche voi credete che il piacere sia un diritto di tutti, condividete. Una società senza pregiudizi è il miglior regalo che possiamo fare a tutte le mamme.

Sante (ops) parole. Perché il nocciolo della questione è proprio questo: davvero ancora terrorizza l’idea che sia il momento, nel secondo decennio degli anni 2000, di dire addio all’immagine stereotipata e anacronistica della mamma?

Davvero ancora crediamo che sia invece la censura la strada giusta ed essere convinti e far convincere che il binomio mamma/sesso sia qualcosa di inesistente, qualcosa di inaccettabile, qualcosa che faccia discostare dalla figura di “angelo del focolare” e perciò da condannare senza appello?

Eppure, poniamoci un attimo il pensiero: nessuno ha una madre vergine (tranne uno storico caso su cui si discute da un paio di millenni a questa parte e, pare, mai più ripetuto…) e partiamo dal presupposto che, al netto di migliaia di spot sessisti che ancora ci sono in giro come mine vaganti, se si fosse trattato di regalare a papà il calendario di “fighe da paura” con agosto hot al massimo avremmo accennato un sorriso.

Punto uno, i figli

Quali sono i timori che hanno spinto a questa censura? Ragioniamo: se avessi visto quel cartellone con mio figlio di 10 anni, avrei ripercorso insieme a lui – con un po’ di tatto e della sana logica – tutto ciò che è possibile spiegare sulla questione a un decenne (al netto del fatto che probabilmente, complice una mancata malizia, nemmeno se ne sarebbe accorto, ma anche del fatto che cavolo e cicogna li abbiamo abbandonati da anni).

Se lo avessi visto con mio figlio 13enne, invece, avrei colto la palla al balzo e spiegato un po’ di cosucce sulla sessualità che a quest’età ormai – mettetevelo bene in testa – è bene sapere.

Se lo avessero visto senza di me? Beh, l’avrebbero rielaborato a loro modo e, magari il grande, scherzato con gli amici. Insomma: lasciamo che i nostri figli vedono sui social qualunque cosa, senza nemmeno filtri o parental control di sorta, e adesso volete che sia lo spot di un’azienda di contraccettivi (tra l’altro da far conoscere assolutamente ai nostri figli) il problema che sconvolgerà le loro menti? Suvvia.

Punto due, le mamme

Ma, vivaddio!, anche loro hanno una vita sessuale, piacevole, appagante e spesso anche in solitaria! Nel 2023 accantoniamo definitivamente la convinzione anacronistica secondo cui se sei madre tu non abbia diritto a provare del piacere fisico.

Siamo mamme, ma soprattutto donne che hanno nella classifica delle cose importanti a cui non si dovrebbe mai rinunciare anche il sesso. E poco importa se a una sparuta minoranza questa cosa qui sia ancora inaccettabile. Inaccettabile è il fatto che si stigmatizzi ancora.

P.s. Lo spot in sé, oltretutto, non sta chiedendo mica ai nostri picciotti di comprare un sex toy alla mamma, che anche quest’anno si beccherà il solito mazzo di fiori e una poesiola riciclata, ma solo e soltanto una cosa: le mamme hanno bisogno di scrollarsi di dosso secolari preconcetti e sovrastrutture. Stop.

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Fonte: Control

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