Levante torna a Sanremo a tre anni di distanza da Tikibombom e ci torna da madre. Un fatto da cui non può prescindere il brano che porta in gara quest’anno: “Vivo” celebra la vita, ma non senza dolore. Un dolore silente che in molte conoscono, quello legato alla depressione dopo il parto

©levanteofficial
Depressione post parto, ovvero quando un esserino appena nato strepita e ha bisogno di attenzioni e voi proprio non sapete da dove cominciare. Dalle lacrime ininterrotte – le vostre – al bisogno di solitudine e di staccare la spina al senso di inadeguatezza, la depressione che può seguire la nascita di un figlio è cosa assai reale, più di quanto si creda.
E proprio di depressione post partum se ne dovrebbe parlare di più, anche e soprattutto perché è un problema abbastanza frequente, che colpisce circa 1 donna su 10 nell’arco dei 12 mesi successivi al parto. Può interessare anche i papà, sebbene molto più di rado, ed è qualcosa che rende indifesi, indeboliti, impotenti, di fronte a quello che vogliono far apparire un mondo ovattato dell’arrivo a casa di un bebè.
Non è sempre così, non lo è per tutti, e non lo è stato nemmeno per Levante, che – a quasi un anno dalla nascita della primogenita Alma Futura, venuta al mondo il 13 febbraio 2022 – ha deciso di portare al prossimo Sanremo proprio questo tema per la prima volta nella storia del Festival, che l’ha toccata sin dal profondo.
Lo dice a chiare lettere: la maternità ha anche zone d’ombra e in questo modo racconta di come abbia visto il suo corpo cambiare, la sua vita di coppia mutare, di come le paure prevalessero inesorabilmente:
La gioia del mio corpo è un atto magico.
Addio
A tutti i “Dovrei”
A tutti i “Se poi”
A tutti i miei “Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché?”
Ho scritto questa canzone a tre settimane dal parto, ero nel buio totale – ha dichiarato l’artista siciliana. Oggi il tema resta molto delicato, se ne parla in maniera troppo superficiale. È ancora tabù, come se il senso di colpa prevalesse sul dolore. Non puoi essere triste perché hai vissuto una gioia, hai avuto la fortuna di dare la vita. E invece il periodo che segue il parto è molto complicato per noi donne, devi fare i conti con un corpo che non è più tuo. È diventato una casa.
Prima di rimanere incinta avevo paura del parto che, invece, è stata un’esperienza meravigliosa. Ma del post parto nessuno mi aveva raccontato nulla, ed è stato buio.
La depressione post partum
La depressione post partum (DPP), o depressione puerperale è un disturbo che colpisce, con diversi livelli di gravità, dal 7 al 12% delle neomamme ed esordisce generalmente tra la sesta e la dodicesima settimana dopo la nascita del figlio.
Ci si sente tristi senza un motivo preciso, irritabili, facili al pianto, non all’altezza nei confronti degli impegni che inevitabilmente si hanno. E non solo, a tutto ciò si accompagna un vero e proprio senso di vergogna mista a sensi di colpa: “Io in realtà non mi sento così felice come tutti mi dicevano, non sono normale?”.
È normale eccome, cara neomamma, anche se il sentire comune dà per scontato che tu debba essere super allegra in ogni istante. È solo un falso mito e va eliminato il più velocemente possibile. Lo abbiamo detto all’indomani della tragedia del Pertini e lo ribadiamo ancora: non esistono super-mamme e la paura di essere considerate delle madri inadeguate, alimentata da aspettative poco realistiche, può solo portare le donne a sentirsi colpevoli e ad essere poco inclini a cercare aiuto, dimenticando che occorre tempo per adattarsi alla maternità.
Genitori non si nasce, si diventa. E bisogna parlarne, per poterne uscire.
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Fonte: Levante Official
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