La Cina vuole vietare i vestiti che “feriscono i sentimenti della nazione”

È ancora molto vaga, ma la nuova legge crea non poche preoccupazioni. Alcune clausole controverse suggeriscono infatti che le persone che indossano o costringono altri a indossare abiti e simboli che “minano lo spirito o feriscono i sentimenti della nazione cinese” potrebbero essere detenute fino a 15 giorni e multate fino a 5mila yuan

Per un non ancora ben identificato “spirito nazionale” in Cina bisognerà stare assai accorti a come ci si veste. Lo direbbe una ipotetica legge che vieta di parlare e di vestirsi in modi “dannosi per lo spirito del popolo cinese”.

Questione assai spinosa, ovvio, che ha acceso il dibattito nel Paese del Dragone: se la legge entrasse in vigore, le persone ritenute colpevoli potrebbero essere multate o addirittura incarcerate. Ma, al momento, la proposta non specifica ancora cosa andrebbe a costituire una violazione.

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Sta di fatto che, di recente, il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo, massimo organo legislativo cinese, ha esaminato la nuova “Normativa penale per la sicurezza pubblica”, ancora in fase di revisione, una serie di proposte di modifica, le prime riforme da decenni.

La legge sull’abbigliamento ha suscitato una reazione immediata da parte del pubblico, vista da molti come eccessiva e assurda.

Le clausole più controverse suggeriscono che le persone che indossano o costringono altri a indossare abiti e simboli che “minano lo spirito o feriscono i sentimenti della nazione cinese” potrebbero essere detenute fino a 15 giorni e multate fino a 5.000 yuan (640 euro circa).

Anche coloro che creano o diffondono articoli o discorsi “dannosi” potrebbero subire la stessa punizione. Le modifiche proposte vietano anche “insulti, calunnie o violazioni in altro modo dei nomi di eroi e martiri locali”, nonché atti vandalici contro le loro statue commemorative.

Come debbano essere determinati i “sentimenti” e in che misura vadano considerati “feriti” ancora non è dato saperlo ed è forse questo gap terrorizza: un vuoto voluto per giustificarne un abuso?

E se le forze dell’ordine, di solito un agente di polizia, dessero un’interpretazione personale del danno e avviassero un giudizio morale sugli altri oltre l’ambito della legge?, scrive Zhao Hong, professore di diritto presso l’Università cinese di scienze politiche e diritto, affermando che la mancanza di chiarezza potrebbe portare a una violazione dei diritti personali.

Il professore ha inoltre citato un caso che ha fatto notizia in Cina l’anno scorso, secondo cui una donna vestita con addosso un kimono sarebbe stata arrestata nella città di Suzhou e accusata di “attaccare liti e provocare problemi” perché aveva indossato l’abito giapponese.

La realtà è che il progetto di legge non è che un esempio di come il presidente cinese Xi Jinping abbia cercato di ridefinire ciò che rende un cittadino cinese modello da quando è salito alla leadership nel 2012.

Pensiamo solo che, nel 2019, il suo Partito Comunista ha emesso delle “linee guida morali” che includono direttive come essere educati, viaggiare con un’impronta di carbonio inferiore e avere “fiducia” nel signor Xi e nel partito.

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Fonti: NPC Observer / BBC

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