Hannya, la maschera giapponese di un demone femminile corroso dalla gelosia

Scopriamo le origini, la leggenda e la storia di Hannya, la maschera giapponese che rappresenta una donna trasformatasi in famelico demone a causa della gelosia incontrollabile

Una donna divenuta demone a causa dell’incontenibile gelosia, si tratta di Hannya, famosa maschera giapponese utilizzata nel teatro nō, spesso raffigurata sotto forma di tatuaggio perché si ritiene porti fortuna e allontani gli spiriti maligni.

Il volto del demone presenta due grosse corna dorate, occhi dorati dallo sguardo terrificante, capelli in disordine e una bocca ghignante. Si dice che la metà superiore con le sopracciglia accigliate esprima profonda tristezza, e la parte inferiore con la bocca spalancata sia progettata per esprimere un’intensa rabbia. In effetti Hannya è un demone dalla duplice natura, rabbiosa, gelosa ma anche sconsideratamente triste.

Esistono varie teorie sull’origine del nome, la più popolare afferma che la maschera venne creata per la prima volta da un monaco chiamato Hannyabo, vissuto intorno all’era Bunmei (1469-1487). Tuttavia, secondo altre teorie, essa vanta origini ancora più antiche, quando esisteva già con nomi diversi, come “maschera della donna Oni” e “maschera fantasma femminile”.

La leggenda narra che in origine fosse una ragazza dolce e bella, dall’anima pura. Si trasformò in demone a causa di un amore non corrisposto che la fece soffrire tremendamente.

Si tratta di una maschera Onryō, spiriti vendicativi quasi sempre femminili che fanno ritorno nel mondo dei vivi per vendicarsi. Si dice che in vita abbiano accumulato rabbia repressa e sofferto a causa di un marito o di un amante, e che da morti, non sentendosi più impotenti, chiedano riscatto per il dolore subito.

La possibilità di comparire di nuovo nel mondo dei vivi avviene per le anime defunte che provano emozioni molto intense, come odio e gelosia, mentre si trovano in un’area simile al purgatorio, che precede l’arrivo vero e proprio nel mondo dei morti, noto come Yomi.

Vi fanno ritorno per scagliare le proprie maledizioni su chi ha procurato loro dolore in vita, ma spesso finiscono per colpire chiunque abbia a che fare con la persona di cui vogliono vendicarsi.

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FONTI: arc.ritsumei.ac.jp/Wikipedia

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