Aurora boreale: i miti e la leggenda del popolo Sami che racconta la sua storia d’amore con la figlia della luna

Per quanto affascinante, per noi è soltanto un fenomeno naturale, ma per il popolo Sami l'aurora boreale è molto di più. Protagonista di miti e affascinanti leggende...

Anche se oggi sappiamo cos’è e come si forma, l’aurora boreale rimane pur sempre un fenomeno affascinante e un po’ misterioso, che fin dall’antichità ha ispirato miti e leggende, alcune decisamente insolite e particolari.

Il popolo indigeno Sami, che vive sparso tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia, anche se la maggioranza degli insediamenti si trova nella Norvegia settentrionale, tradizionalmente riteneva che le luci dell’aurora boreale rappresentassero l’energia emanata dalle anime dei morti intente a raggiungere l’aldilà.

Ecco perché, di fronte al fenomeno, grandi e piccini dovevano tenere un comportamento rispettoso, evitando fischi, applausi e persino di indicare le scie luminose. Farlo avrebbe potuto offendere le anime con conseguenze terribili per i trasgressori.

Tuttavia il popolo Sami include al suo interno più gruppi, ognuno dei quali ha costumi, tradizioni e lingue diverse. Tra questi troviamo i Sami Skolt, che vivono nella penisola di Kola, i Sami meridionali, diffusi in Norvegia e Svezia, i Sami settentrionali, diffusi in Svezia e in Finlandia, e i Sami di Inari, diffusi in Finlandia.

A proposito dell’aurora boreale, i Sami Skolt credevano che le luci fossero le anime delle persone uccise in guerra e che il fenomeno naturale fosse un essere vivente dotato di un’anima, in grado di ascoltare e comprendere gli esseri umani.

Altri gruppi, come quelli finlandesi, ritenevano che ad averla creata fosse stata la volpe di fuoco, facendo oscillare la sua bellissima coda rossa. Temendo che durante l’aurora boreale i loro capelli potessero prendere fuoco, le donne in passato non uscivano di casa senza un cappello o un velo in testa.

La leggenda dell’aurora boreale

Il blog “Grandma in Lapland” riporta un’antica leggenda Sami che racconta la storia d’amore tra Niekija, la figlia della luna, e l’aurora boreale.

Il Sole, Beaivvás, venendo a sapere della bellezza di Niekija, volle che suo figlio Peivalken le chiedesse di sposarlo ma Niekija si rifiutò e si nascose in attesa che Mánnu, la Luna, ricomparisse nel cielo.

Non appena la vide, Mánnu la portò su un’isola dove c’era un goathi, una tipica capanna Sami, per farla riposare. A mezzanotte, Náinnas, l’aurora boreale, entrò nella capanna e i due si incontrarono per la prima volta, innamorandosi perdutamente l’uno dell’altra.

Purtroppo la vita con Náinnas era solitaria per Niekija perché l’aurora boreale doveva andare spesso fuori casa. Niekija ricamò una coperta con la Via Lattea e altre stelle, che mise sul tetto della capanna per poter vedere le stelle scintillare nel cielo oscuro. La mattina seguente Náinnas rimase a contemplare le stelle nel letto senza rendersi conto che era giunto il momento di uscire.

Niekija, che quella mattina uscì presto, si dimenticò di chiudere la porta della capanna: il Sole raggiunse il goathi svegliando Náinnas, approfittando dell’occasione per fargli del male. Niekija riuscì a salvarlo ma il Sole le afferrò i capelli e cercò di costringerla a sposare il figlio Peivalken. Niekija si rifiutò e il Sole la bandì da Mánnu, la Luna, sua madre, che continuò comunque a proteggerla.

Da allora Niekija continua a guardare il cielo e l’aurora boreale senza distogliere mai lo sguardo da Náinnas.

Se volete leggere la versione completa della leggenda, date un’occhiata al blog “Grandma in Lapland“.

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FONTI: aurora-nights/Grandma in Lapland

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