Tutti i segreti della teoria del nudge, per educare i bambini con la gentilezza

Il "nudging", ossia l’idea che un comportamento modificato al momento giusto e nel modo giusto possa portare a un cambiamento su larga scala, è per lo più utilizzato per influenzare le abitudini di selezione del cibo, per convincere le persone a smaltire i rifiuti in modo corretto e in altre dinamiche di gruppo. E con i nostri figli? La "spinta gentile" è molto più utile di quanto pensi

Durante le nostre giornate, al lavoro, al supermercato o mentre smanettiamo in internet, piccoli segnali influenzano continuamente il nostro comportamento, spesso senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. Sono i “nudge”, quei suggerimenti non palesi che molte volte sono in grado di cambiare in modo significativo le nostre azioni e le nostre scelte.

Ma attenzione: non è solo ed esclusivamente una questione di marketing. La cosiddetta “teoria dei nudge”, della “spinta gentile” può andare oltre ed essere in grado di incoraggiare le persone verso comportamenti più sani, sia per sé stesse che per l’ambiente, ma anche di invogliare i bambini all’autostima e a una propria organizzazione e a migliorare la propria capacità di seguire delle buone abitudini.

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Secondo questa teoria, insomma, concepita nel 2008 da Richard Thaler e Cass Sustein, che vi hanno dedicato il famoso libro “Nudge. La spinta gentile”, tutti, adulti e bambini, potremmo e dovremmo essere incoraggiati tramite “spinte gentili” a fare le scelte giuste per  noi e per la società.

Cos’è esattamente un nudge?

Un nudge è tutto ciò che “altera” il processo decisionale o il comportamento di qualcuno, senza togliere opzioni ma, anzi, incentivando a  determinate scelte in modo significativo. Si tratta di una “spinta gentile” grazie alla quale una persona potrebbe fare una scelta piuttosto che un’altra, nell’esatto momento in cui il suo cervello seleziona automaticamente la scelta favorita.

Per capire come funziona, è importante comprendere il processo decisionale umano. Le persone spesso fanno cose che sanno non essere nel loro interesse, anche quando ne sono consapevoli. In molti casi, agiamo in base a ciò che ci viene messo di fronte. Ciò capita soprattutto quando siamo stanchi o abbiamo poco tempo: in questi casi, è più probabile che prendiamo decisioni basate sull’ambiente circostante piuttosto che pensare pienamente a come una determinata decisione sia in linea con i nostri obiettivi e valori.

Ma in alcune situazioni, potremmo essere incoraggiati a fare una scelta che in realtà è migliore per noi o migliore per la società, come invogliare alla differenziata, per esempio.

Se da un lato, è facile criticare la teoria del nudge specie per quanto riguarda le pratiche commerciali che incoraggiano le persone a spendere più soldi (sostanzialmente influenzando le persone ad agire nel migliore interesse dell’azienda invece che nel proprio), dall’altro è molto utile se la si contestualizza nel nostro vivere quotidiano, anche coi bimbi.

Il nudging con i nostri figli

Meglio imposizioni, diktat e punizioni o la cordiale teoria della spinta gentile? Beh, ai genitori l’ardua sentenza, presi come sono dalla scelta tra i no, più facili e sbrigativi da dire, e il ragionamento condiviso con la prole.

Gentilezza, psicologia e comportamento consapevole dovrebbero essere le basi delle nostre giornate in casa, contando fino a dieci e affidandoci a metodi più empatici: in buona sostanza, perché non condurre nostro figlio verso l’azione desiderata (da noi) stimolandolo con piccolissimi suggerimenti?

Secondo la teoria del nudge, cioè, dovremmo sforzarci a far compiere un’azione in maniera volontaria e senza strappi. Ma come? Ecco alcuni esempi:

    • Vuoi che metta in ordine le sue cose? Prendi delle scatole e assegna con tuo figlio a ognunoadi esse un’etichetta di colore diverso: in questo  modo, al momento del riordino, il suo lavoro sarà facilitato e sarà più propenso a farlo. Allo stesso modo, dei ganci alla sua altezza nella sua cameretta gli consentiranno di appendere facilmente lo zaino e il grembiule una volta tornato a casa
    • Troppi giochi? E chi non ha questo problema?! Scegli con tuo figlio quali giocattoli tenere a portata di mano, assegnando a ognuno di essi uno spazio preciso. Potete fargli disegnare una mappa, così sarà per lui più interessante riposizionarli in maniera esatta! Il resto dei giocattoli possono essere riposti in un armadio o nei cassetti e sostituiti poi periodicamente con quelli per cui i nostri figli hanno nel tempo perso interesse (è la normale routine…)
    • Forniscigli informazioni utili a fare la scelta giusta: ragiona insieme a tuo figlio sulla scelta giusta da fare in un determinato momento, dandogli precise informazioni circa le ragioni della scelta che vuoi che faccia. “Posso mangiare altra cioccolata?”. Un no non ragionato o spiegato sarà solo fine a sé stesso
    • In dispensa e in frigo solo cibi sani: se preferisci che tuo figlio segua una alimentazione sana, non dovrai fare altro che fornigli la… “spinta gentile” e proporgli solo cose che reputi sane e nutrienti. In questo caso, per la merenda a scuola per esempio, sarebbe utile darsi una “spintarella gentile” con tutte le mamme del gruppo e invogliare tutte sbucciare della frutta e a metterla in un contenitore. I bimbi saranno contenti a vedere negli zaini tutti la stessa cosa
    • Vuoi che si appassioni ai libri? Crea un angolo di lettura senza rivoluzionare casa: bastano un paio di mensole dove posizionare i libri con la copertina rivolta verso il bambino per stimolarne la curiosità (avete mai visto in libreria?), magari aggiungendo dei cuscini.

E voi avete qualche altra tecnica per guidare i vostri figli alla spinta gentile?

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