In Italia, è nata a tempi record una scuola innovativa all’interno di una fiera. Ospita 1.600 studenti in spazi enormi e sicuri

Alla Fiera di Bologna nasce una cittadella dello studio: 75 aule per 1600 studenti di tre istituti. Ogni via ha un nome scelto dai ragazzi

Alla Fiera di Bologna nasce una cittadella dello studio con 75 aule per ospitare 1600 studenti di tre istituti. Il progetto è nato su iniziativa della Città metropolitana di Bologna e sviluppato dall’architetto Mario Cucinella. A ogni istituto è stato assegnato un colore e ogni via, per arrivare alle aule, ha un nome, scelto dai ragazzi, che ricorda eventi ed persone che hanno lasciato un segno nella storia: da Li Wenliang, il medico cinese che ha dato l’allarme sul coronavirus, a George Floyd.

Primo e unico caso sperimentale in Italia di utilizzo di uno spazio fieristico per il ritorno a scuola nel post lockdown legato alla pandemia, “La scuola in fiera” è stata inaugurata ieri 14 settembre, in occasione del primo giorno di scuola. Così, il Padiglione 34 della Fiera di Bologna è stato trasformato a tempo di record in una “mega” scuola per accogliere, dopo sette lunghi mesi, gli studenti in un’area ben collegata al trasporto pubblico e all’interno di uno spazio già attrezzato, molto ampio ed esistente, che consente di rispondere in tempi brevi a tutte le prescrizioni legate ai distanziamenti, imposte dalle normative Covid.

“Il Padiglione 34 della Fiera di Bologna allestito e pensato da MC A – Mario Cucinella Architects come una piccola cittadella da vivere, è stato ridisegnato secondo un’idea di città a partire da tre assi principali che si diramano dall’esterno, questi diventano gli accessi diversificati delle tre scuole, attorno a ognuno di essi si genera una trama di assi secondari sui quali si distribuiscono le aule, per un totale di 75 aule cui si aggiunge un’area specifica con 3 aule Covid. Circa 4mila i pannelli utilizzati per costruire le aule e 500 i corpi illuminanti a led per illuminarle”, si legge in una nota.

Una “scuola città” pensata per far divertire e riflettere sulla sostenibilità: i rivestimenti colorati, le pareti, la pavimentazione e gli arredi diventano oggetto di apprendimento attraverso delle infografiche dinamiche e interattive create con un colore diverso per ogni “quartiere” scuola, che affrontano i grandi temi ambientali, come ad esempio l’economia circolare, i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite.

@cittametropolitana.bo

Anche gli studenti hanno dato il loro contributo, intitolando i nomi delle vie a personalità dell’attualità o che hanno contraddistinto questo periodo storico pandemico e post-pandemico che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo. C’è la via dedicata a Li Wenliang, il medico cinese che aveva dato l’allarme sul virus, quella dedicata ai migranti del Mediterraneo, ai medici e agli infermieri, quella dedicata a George Floyd e ancora: via Gennaro Arma, via della Speranza, via Yuri Gagarin, via Altiero Spinelli, via Breonna Taylor, via 2 Agosto 1980, via Martin Luther King.

“Oggi è un giorno importante – è il commento del sindaco metropolitano Virginio Merola – perché anche grazie a questa innovativa operazione siamo riusciti a dare uno spazio e un banco a tutti i nostri studenti e alle nostre studentesse, pur in una situazione complessa come questa. È una cosa non scontata e che infatti non sta avvenendo in tutte le zone del Paese. Anche se dobbiamo tenere alta la guardia su tutti gli aspetti necessari a questa ripartenza, a partire dall’assegnazione di tutti i docenti necessari alle diverse scuole. Un grande ringraziamento va alla Fiera che ha accolto la nostra richiesta e a tutti coloro che in questi pochi mesi hanno lavorato con noi affinché oggi potessimo essere qui a inaugurare il Padiglione.”

“La scuola in fiera – dichiara Mario Cucinella – sarà una grande opportunità, sarà una scuola costruita come fosse una piccola città in cui i ragazzi troveranno le strade intitolate ai personaggi che hanno scelto, nuove aule e i percorsi completati con colori e infografiche sui temi ambientali. La sfida del post-Covid sarà il progetto architettonico, gli spazi ampi saranno essenziali, perché abbiamo un’altra idea di scuola, che è quella di comunità. Una politica educativa che fa delle belle scuole dice ai ragazzi che si sta prendendo cura di loro e l’architettura è un modo per prendersi cura delle persone”.

Fonte: Comune di Bologna 

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