L’immagine di Mia, la bimba nata in un bunker a Kiev nel bel mezzo di un’esplosione è un inno alla vita

Nella notte di ieri sera in un bunker sotterraneo , mentre fuori bombe e fumo soffocavano la città, è venuta al mondo Mia, diventata in pochissimo tempo simbolo di vita e speranza

Mia dorme ignara di tutto l’inferno che c’è intorno a lei, stringendo il dito della mamma. Lei non lo sa, ma la sua foto sta facendo il giro del mondo condivisa dall’account Twitter del minostero degli Esteri ucraino. Lei non lo sa, ma è nata sottoterra, in un bunker mentre fuori c’era l’inferno, morte e distruzione. Lei ha ricordato a tutti che è la vita a vincere, sempre e comunque.

Mia è nata venerdì sera, poco prima delle 20:30, mentre gli aerei da guerra girano rumorosamente nel cielo di una Kiev ricoperta di fumo a spirale e soffocata dall’odore della polvere da sparo, mentre migliaia di ucraini  sono corsi a rifugiarsi nelle stazioni della metropolitana e nei bunker costruiti durante la Guerra Fredda per sfuggire ai bombardamenti, allora come oggi. E proprio in uno di questi ripari d’emergenza è nata lei, tra le grida e i volti spaventati di tantissime persone, ignara dell’orrore che circondava lei e sua mamma, una giovane di 23 anni

“Per quanto ne sappiamo, questa è la prima volta che un bambino nasce in un bunker a Kiev” ha tweettato il Ministero degli Esteri ucraino “L’edificio a più piani sta bruciando accanto ad esso. I carri armati russi sono sulla strada. La chiameremo libertà.’

L’immagine della piccola Mia stretta alla sua mamma in un rifugio è iniziata a circolare già ieri sera nei canali Telegram ucraini, salutata come un faro di speranza in uno dei momenti più bui della storia dell’Ucraina.

Mia non è l’unica bimba nata in queste condizioni estreme: sempre ieri sera sotto un reparto di maternità nel seminterrato dell’ospedale evacuato è nato un altro bimbo, un maschietto di 3 chili e mezzo, come postato dallo stesso ospedale nella pagina Facebook:

Tre avvertimenti di pericolo al giorno. In mattinata la sparatoria di un isolato residenziale accanto all’ospedale. Ora, da qualche parte molto vicino alla canonada… nella sala ricevimento – i feriti…
Intanto, nei sotterranei della maternità, in condizioni lontane da chi merita una nuova vita – il grido forte di un neonato…
È un maschio! (Foto pubblicata con il permesso della mamma felice)

Due vite nascono mentre tutto intorno parla di morte e distruzione, due vite che sottolineano ancora di più l’assurdità della guerra

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