Il futuro infernale delle bambine fra matrimoni infantili e disastri climatici: oltre 40 milioni a rischio entro il 2050 (ma nessuno ne parla)

Niente istruzione, spensieratezza e divertimento con i loro coetanei. A milioni di bambine, che vivono in Africa e in Paesi come il Bangladesh, l'infanzia viene ferocemente negata. A rubarla i matrimoni precoci, fenomeno in aumento anche per via dell'aggravarsi della crisi climatica

L’infanzia dovrebbe essere la fase più spensierata della nostra esistenza. Eppure per tantissime bambine del mondo è soltanto l’inizio dell’inferno: per loro non si prospettano anni di giochi, studio e scoperte, ma un brusco e traumatico passaggio all’età adulta. Sono circa 12 milioni le ragazzine che ogni anno vengono costrette a un matrimonio forzato.

Invece di essere lasciate libere a giocare con le bambole e i loro coetanei, diverse famiglie le danno in sposa a uomini molto più grandi, che hanno praticamente l’età dei loro padri. Così si ritrovano vittime di violenze sessuali e a portare avanti gravidanze a soli 13 anni anni o anche meno. Un’aberrazione di cui si parla ancora troppo poco, sebbene i numeri del fenomeno siano sconvolgenti.

spose bambine africa

@Alice for children

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L’infanzia delle bambine distrutta dalla crisi climatica e i matrimoni precoci

Come emerso dal report “Girls at the centre of the storm: Her planet, her future, her solutions” della Onlus Save the Children (pubblicato in in occasione Giornata Mondiale delle bambine e delle ragazze), al momento si stima che 29,9 milioni di adolescenti vivano nei 10 Paesi con il più alto numero di matrimoni infantili. Con l’aggravarsi della crisi climatica e della povertà, si prevede che questa cifra aumenterà a 39,9 milioni entro il 2050, in 10 nazioni che hanno alcune delle popolazioni più giovani e in più rapida crescita al mondo.

Queste stesse bambine, che vivano principalmente nell’Africa sub-sahariana, devono fare i conti anche con un’altra enorme minaccia: i fenomeni meteorologici estremi, ch porteranno a crisi alimentari sempre più ricorrenti.

Fra i Paesi più a rischio spiccano la Repubblica Centrafricana, Ciad e Guinea, il Burkina Faso, il Malawi, il Mali, il Mozambico, i l Niger, Sudan del Sud, a cui si aggiunge anche il Bangladesh. Qui la siccità e le conseguenti carestia stanno diventando delle piaghe sempre più frequenti e non mancano i cicloni e le violenti alluvioni, che finiscono per distruggere le abitazioni precarie realizzate in paglia e canne.

Sono davvero da incubo le storie delle bambine che vivono in diversi Paesi dell’Africa. Kpemeh, originaria della Sierra Leone, aveva 12 anni quando un uomo chiesto di sposarla. I genitori, che lavorano come agricoltori e sono stati duramente colpiti dalla crisi climatica, si sono sentiti costretti ad accettare il matrimonio per motivi economici. Ma, fortunatamente, grazie al sostegno di Save the Children, è riuscita a salvarsi da questo dramma e ora incoraggia le altre ragazze a proseguire gli studi.

Il matrimonio infantile avviene a causa della povertà. Basta che un uomo abbia soldi. – racconta Kpemeh – Ad esempio se raccoglie frutti di palma, può lavorarli, venderli e sostenere la famiglia della ragazza dando loro un po’ di olio di palma. Un uomo ha espresso interesse a sposarmi, ma io ho rifiutato. In seguito, si è rivolto ai miei genitori, esprimendo il desiderio di sposarmi. Io ho risposto che andavo a scuola, ma loro dicevano che dovevo sposarmi, pensavano fosse assurdo rifiutare un uomo che avrebbe potuto mantenermi. Il clima è cambiato e i nostri genitori vivono grazie all’agricoltura. La pioggia non cade quando dovrebbe cadere. Piove sia nella stagione secca che in quella delle piogge.

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Fonte: Save the Children

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