5 siti Patrimonio UNESCO che forse non conosci da scoprire per il “World Heritage Day”

In occasione "World Heritage Day", vi raccontiamo cinque siti patrimonio UNESCO meno conosciuti nel nostro Paese

Ogni anno dal 1983 a oggi, il 18 aprile si celebra il World Heritage Day, la Giornata Internazionale dei Monumenti e dei Siti UNESCO.

Lo scopo di questa celebrazione è quello di incoraggiare le comunità locali e gli individui a ricordare l’importanza del patrimonio culturale e a essere sempre più consapevoli degli sforzi necessari per proteggerlo e conservarlo.

Il nostro Paese è ricchissimo di siti che sono stati proclamati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO: arte rupestre e preistorica, monumenti rinascimentali, paesaggi naturali di rara bellezza, infrastrutture o intere città.

Molti di questi siti sono famosissimi e attirano ogni anno migliaia di turisti, italiani e stranieri. Ve ne sono tuttavia altri che godono di una fama minore – anche se di certo non mancano di bellezza e fascino.

In occasione del World Heritage Day, abbiamo volute raccontarvi cinque siti UNESCO lontani dalle rotte turistiche più battute, che tuttavia meritano di essere visitati. Eccoli.

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Arte rupestre della Valcamonica

L’area alpina della Valcamonica possiede una delle più grandi collezioni di incisioni rupestri al mondo, in un sito non ancora completamente esplorato che si estende su di un’area di 70 chilometri: si tratta del primo sito italiano iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (1979).

Nel sito è possibile ammirare oltre 140.000 simboli e figure intagliati nella roccia lungo un periodo di circa 8000 anni, che descrivono temi collegati all’agricoltura, alla navigazione, alla guerra, alla caccia.

Ma non solo: molti dei simboli sono legati anche alla divinazione e alla magia, o rappresentano figure geometriche simboliche. Per la valorizzazione del complesso di archeologia rupestre sono stati costituiti 8 parchi archeologici e un museo nazionale della preistoria.

Arte rupestre della Valcamonica

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Antiche faggete primordiali

Si tratta di un sito UNESCO transnazionale che si estende attraverso 18 Paesi europei – fra questi Francia, Germania, Bosnia, Austria, Spazia, Svizzera e Ucraina – e costituisce un esempio unico di foreste non disturbate dall’antropizzazione che si sono sviluppate dopo la fine dell’ultima era glaciale.

In Italia sono ben 13 le faggete vetuste dichiarate patrimonio UNESCO. Esse si trovano nelle seguenti località:

  • Valle Cervara, Selva Moricento, Coppo del Morto, Coppo del Principe, Val Fondillo, Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
  • Cozzo Ferriero (Potenza) e Pollinello (Cosenza), Parco Nazionale del Pollino
  • Falascone e Pavari-Sfilzi,  Foresta Umbra, Parco Nazionale del Gargano
  • Monte Cimino (Viterbo)
  • Monte Raschio (Oriolo Romano, Viterbo)
  • Sasso Fratino, Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
  • Valle Infernale, Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Antiche faggete primordiali

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Residenze sabaude

Il sistema delle Residenze Sabaude ha origine nel 1563 quando il duca di Savoia, Emanuele Filiberto, fa di Torino la capitale del ducato e decide di avviare un progetto di riorganizzazione complessiva del territorio con l’obiettivo di celebrare il potere assoluto della casa regnante.

Il sito UNESCO è composto da 22 edifici: 11 edifici, detti “Zona di Comando”, sono situati nel centro di Torino; gli altri 11, detti “Corona di Delizie”, sono distribuiti secondo un impianto radiocentrico intorno alla città.

Appartengono alla “Zona di Comando” il Palazzo Reale, l’Armeria Reale, il Palazzo della Prefettura e Archivio di Stato, ma anche la Facciata del Teatro Regio, l’Accademia Militare e la Cavallerizza Reale.

Fra gli edifici della “Corona di Delizie” rientrano invece le residenze reali dedicate allo svago, alla caccia e ai ricevimenti mondani: ricordiamo il Castello del Valentino, la Villa della Regina, il Castello di Moncalieri e la Venaria Reale.

Residenze sabaude

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L’Orto Botanico di Padova

L’Orto Botanico dell’Università di Padova fu inaugurato nel 1545 e rappresenta oggi il più antico orto botanico del mondo occidentale ad aver conservato la sua forma e ubicazione iniziali.

Inizialmente era chiamato “Giardino dei Semplici”, poiché il suo unico scopo era permettere la coltivazione delle piante officinali usate per i medicamenti: proprio in virtù della sua funzione, quest’orto costituì un passo avanti fondamentale per la storia della medicina e della scienza botanica.

Il suo disegno originale è costituito da una circonferenza centrale, che simboleggia il mondo, al cui interno è iscritto un quadrato suddiviso in quattro unità da sentieri ortogonali, orientati secondo le principali direttrici cardinali.

L'Orto Botanico di Padova

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La ferrovia retica nel paesaggio dell’Albula e del Bernina

Questa ferrovia parte da Tirano (Italia) e arriva fino a St.Moritz (Svizzera), passando attraverso le Alpi svizzere. Definito comunemente «Trenino rosso del Bernina», si tratta di un bene Patrimonio Mondiale UNESCO transnazionale. È lunga ben 61 km e comprende 13 gallerie coperte e tunnel e 52 fra viadotti e ponti.

Si tratta di un esempio eccezionale di tecnologia, ingegneria e architettura, in cui l’intervento umano è riuscito ad integrarsi in un paesaggio di alta montagna ed ha contribuito a sbloccare l’isolamento delle comunità montane, favorendo la circolazione di idee, culture e persone.

La ferrovia retica nel paesaggio dell'Albula e del Bernina

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Fonte: UNESCO

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