La cucina italiana si candida a diventare patrimonio Unesco per la sua “sostenibilità e diversità bioculturale”

È ufficiale: la cucina Made in Italy, che si distingue per la sua sostenibilità e diversità, è candidata per entrare nella prestigiosa lista dei Patrimoni UNESCO. L'iter è appena iniziato, ma ci vorranno circa due anni per l'eventuale riconoscimento

Quando si pensa alle eccellenze del Bel Paese non si può tralasciare la sua straordinaria offerta culinaria, apprezzatissima in tutto il mondo. L’espressione “cucina italiana” non si riferisce esclusivamente alle pietanze tipiche e alla dieta mediterranea (considerata fra le più sane in assoluto), ma un universo estremamente variegato, fatto di tradizioni, gesti, condivisioni e incontro. Un vero e proprio rito collettivo in cui il cibo diventa un elemento culturale d’identità.

Per celebrare e riconoscere l’importante valore della cucina Made in Italy il Governo ha deciso di candidarla come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO. La proposta è partita dal Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobridiga e dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ieri hanno ufficializzato la candidatura.

Con questa iniziativa, per la quale ringrazio il Ministro Sangiuliano, vogliamo rilanciare la nostra Italia nel mondo, valorizzando quel patrimonio che abbiamo in tutti i settori – ha dichiarato Lollobrigida – Dobbiamo solo saper raccontare, difendere e proteggere le nostre eccellenze, che rappresentano un valore aggiunto per la nostra Nazione. L’azione del Governo Meloni va in questa direzione, come conferma la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità.

A promuovere l’iniziativa “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale”, supportata dal Comitato scientifico preseduto dal professor Massimo Montanari e approvata dal Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana Unesco, sono tre comunità: l’Accademia italiana della Cucina, Istituzione culturale della Repubblica e la Fondazione Casa Artusi, fondata nel 2007 con il fine di promuovere “la cucina di casa italiana”.

Nel nostro Paese cucinare è un’arte,  è un modo di prendersi cura della propria famiglia e degli amici (quando lo si fa in casa). Il mondo culinario è espressione di creatività, ricette tradizionali che si tramandano da generazioni. Ma non solo.

È anche una forma di tutela della biodiversità, basata sul non sprecare nulla, sul riutilizzo del cibo avanzato e sui prodotti stagionali dei vari territori. – sottolinea il Ministero della Cultura – La cucina italiana fa parte della nostra storia ed è un patrimonio per 60 milioni di italiani che vivono nel Paese, per 80 milioni di italiani e loro discendenti che vivono al di fuori del Paese e per tanti stranieri che amano e si ispirano allo stile di vita italiano.

Riuscirà la cucina Made in Italy a entrare nella lista dei patrimoni UNESCO? Il percorso è appena iniziato. Il “verdetto” sarà reso noto soltanto alla fine del 2025.

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Fonte: MIC

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