Unesco, il canto lirico italiano è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità: “adesso tocca alla nostra cucina”

L'Italia colleziona un nuovo patrimonio materiale dell'umanità: il canto lirico nato nel Bel Paese è stato appena inserito nella prestigiosa lista dell'Unesco, il prossimo riconoscimento toccherà alla cucina Made in Italy?

Il canto lirico italiano, le cui origini risalgono alla fine del Cinquecento, è da sempre stato apprezzato in tutto il mondo, ma ora ha raggiunto una vittoria storica e attesissima nel nostro Paese. Nelle scorse ore quest’arte è entrata ufficialmente a far parte del Patrimionio immateriale dell’umanità UNESCO, andando ad aggiungersi a una ventina di tradizioni (fra cui la transumanza e l’arte dei pizzaioli napoletani) che si sono aggiudicate il titolo negli anni passati.

La proclamazione è avvenuta in occasione della riunione dei Paesi membri del Comitato in Botswana, che non hanno avuto dubbi e hanno votato all’unanimità.

È un traguardo importantissimo conseguito dopo un lungo percorso avviato nel 2011 quando i cantanti lirici solisti si costituirono in un’associazione denominata Cantori Professionisti d’Italia col fine di riunire la categoria e permettere un confronto professionale su un ampio ventaglio di problematiche, a partire dalla difesa e la diffusione del valore della musica e più specificatamente del teatro d’opera quale eccellenza e patrimonio della cultura della Repubblica Italiana. – commenta con orgoglio Assolirica, l’associazione professionale che riunisce tutti gli artisti lirici – Fu proprio il dialogo interno a questa comunità ad accendere quella scintilla che avrebbe portato all’elaborazione di una prima bozza di dossier per candidare l’Opera lirica italiana alla commissione Unesco.

Dopo un’attesa durata anni, l’opera lirica ha ottenuto il riconoscimento che meritava. A esprimere la sua grande soddisfazione anche il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano:

Dopo un lungo e articolato lavoro, una grande eccellenza della nostra nazione ottiene un altro riconoscimento dall’UNESCO entrando a far parte del patrimonio immateriale. Si tratta di una consacrazione ufficiale di quello che già sapevamo: il Canto lirico è un’eccellenza mondiale, tra quelle che meglio ci rappresentano in tutto il pianeta. È una proiezione dell’immaginario italiano per il quale stiamo lavorando su più fronti.

Anche la cucina Made in Italy aspira al riconoscimento

Il prestigioso traguardo ottenuto del canto lirico italiano ha acceso gli entusiasmi. La Coldiretti ha colto l’occasione per riaccendere i riflettori sulla candidatura (lanciata la scorsa primavera) all’Unesco della cucina Made in Italy, il cui iter dovrebbe concludersi entro il 2025.

La ristorazione all’italiana è la più diffusa e apprezzata nel mondo con un valore che raggiunge i 205 miliardi di euro e registra i maggiori livelli di penetrazione negli Usa, con il 33% del totale dei ristoranti, e in Brasile (28%), ma ottimi risultati si raggiungono anche in Francia (22%), Spagna (24%), India (24%), Germania (16%), Cina (14%), Corea del Sud (12%) e Regno Unito (11%) secondo l’analisi della Coldiretti sul Foodservice Market Monitor 2022 di Deloitte. – evidenzia Coldiretti – La candidatura della pratica della cucina italiana per l’iscrizione nella Lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco è un riconoscimento per il padre della cucina italiana Pellegrino Artusi nato nel 1820 ed autore del primo codice alimentare dell’Italia unita “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” che diede un contributo fondamentale per amalgamare, prima a tavola e poi nella coscienza popolare, le diverse realtà regionali con un comune senso d’appartenenza.

È anche grazie al prezioso lavoro di Artusise l’agroalimentare italiano in pochi anni da una economia di sussistenza ha saputo conquistare primati mondiali e diventare simbolo e traino del Made in Italy.

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Fonti: UNESCO/Assolirica/Ministero della Cultura

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