Bergamo e Brescia, le città più colpite dal coronavirus, si candidano insieme a Capitale italiana della Cultura 2023

Brescia e Bergamo, le due città italiane più colpite dall’epidemia, lanciano insieme la propria candidatura a Capitale italiana della Cultura 2023.

Dopo la tempesta c’è sempre il sereno ed è in questo che vogliono sperare Bergamo e Brescia, le due città italiane più colpite dall’epidemia da coronavirus, lanciando insieme la propria candidatura a Capitale italiana della Cultura 2023.

Dopo che è stato deciso che Parma sarà Capitale italiana della cultura anche per il 2021 a causa dello stop imposto dall’emergenza sanitaria agli eventi in programma quest’anno, le città più ferite dal coronavirus si alleano per scommettere sulla cultura e augurarsi al più presto la loro rinascita.

Ad annunciare la candidatura “all’unisono” sono Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, ed Emilio Del Bono, primo cittadino di Brescia.

 

La Cultura si fa cura – scrive Laura Castelletti, vicesindaco e assessore alla Cultura, Creatività e Innovazione del Comune Brescia. Dolore e sofferenza stanno ancora attraversando i nostri territori, ma il desiderio di riprendere la vita interrotta bruscamente è forte (sempre seguendo indicazioni e prescrizioni che comunque non ci impediscono di progettare). Per la ripartenza abbiamo deciso di dare un ruolo centrale alla cultura. Cultura motore di crescita e di sviluppo delle nostre città. Cultura con i valori che rappresenta, l’identità, il nostro patrimonio fatto di luoghi, sensibilità e persone. Cultura come elemento fondamentale nei percorsi d’inclusione sociale e integrazione,.
Cultura per un uso consapevole delle nuove tecnologie e del digitale, presenze oggi dirompenti nelle nostre vite.

Brescia e Bergamo: ci unisce la sofferenza ma anche la voglia di ripartenza.

Insieme il nostro sguardo può arrivare più lontano ed essere più visionario.

Una candidatura non per sfidare altre città, ma per immaginare un nuovo modello culturale per tornare alla normalità, una normalità che non potrà prescindere da quanto accesso in questi difficili mesi. […]

Una sfida, quella di provare a dar vita a un modello culturale #postcovid19, che speriamo aiuti noi e altre realtà che vivono esperienze critiche come la nostra”.

Fonte: Giornale di Brescia

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