Smembrata la gestione del Parco dello Stelvio: è il prezzo per il voto di fiducia?

Più fondi per il mantenimento e la cura dei parchi? Più personale per gestire al meglio le attività delle aree verdi protette? Neanche per idea! L’ultima iniziativa approvata oggi dal Consiglio dei ministri è stato lo smembramento amministrativo del Parco Nazionale dello Stelvio.

Più fondi per il mantenimento e la cura dei parchi? Più personale per gestire al meglio le attività delle aree verdi protette? Neanche per idea! L’ultima iniziativa approvata oggi dal Consiglio dei ministri è stato lo smembramento amministrativo del Parco Nazionale dello Stelvio.

Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato un nuovo assetto, in cui si stabilisce che la gestione del Parco Nazionale passa alle Province autonome di Bolzano e Trento e alla Regione Lombardia. La decisione rientra in un bouquet di misure che favoriscono il progressivo potenziamento dell’autonomia altoatesina, che ultimamente ha subito un’accelerazione del suo iter proprio in seguito alle richieste e ai rapporti sempre più stretti tra il Pdl e la Svp in occasione del voto di sfiducia al premier.

Per quanto riguarda l’Alto Adige – ha spiegato il governatore Luis Durnwalder che ha partecipato all’incontro con i ministri – le attività del Parco saranno finanziate con il ricorso ad un fondo di 100 milioni di euro messi a disposizione dalla Provincia di Bolzano. L’obiettivo è una gestione amministrativa che avvicina maggiormente la popolazione al parco nazionale, come già avviene con gli altri parchi naturali in Alto Adige“.

Credo che il provvedimento abbia consentito di raggiungere un utile equilibrio– ha spiegato Fitto – ispirato alla logica del federalismo, tra la necessità di assicurare forme adeguate di tutela di una importantissima area protetta e quella di responsabilizzare gli enti locali nella sua gestione e valorizzazione”.

Intanto però, le associazioni ambientaliste non ci stanno e lanciano un appello per chiedere che il Parco torni ad essere gestito da un unico ente. “Siamo estremamente preoccupati – si legge nella lettera inviata ai ministri del governo italiano e ai rappresentanti delle amministrazioni locali che prnederanno in gestione il Parco – e contrariati dall’idea di un Paese che, per effetto di un decreto deciso ed approvato in modo sicuramente troppo frettoloso, decide di cancellare settantacinque anni di gestione unitaria di un patrimonio naturalistico montano di indiscussa eccellenza e notorietà anche internazionale qual è il Parco Nazionale dello Stelvio”. Tra i firmatari della lettera, ricordiamo il WWF, il Touring Club Italiano, la Società Speleologica Italiana, la Legambiente, La LIPU-birdslife, il club alpino Italiano, il FAI, Italianostra, la Federparchi e tante associazioni impegnate nella lotta in difesa per l’ambiente.

Ci appelleremo al presidente della Repubblica contro questo provvedimento che cancella il più grande dei nostri parchi nazionali e 75 anni di storia italiana” – commenta Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente – “Il frastagliamento della gestione del parco è un atto incostituzionale, che viola la competenza esclusiva dello Stato in materia d’ambiente. Senza eccezioni per le province autonome di Trento e Bolzano. Anche il consiglio regionale della Lombardia si è espresso, ieri, contro lo smembramento deciso dagli altoatesini, ma non si è voluto accogliere il suo parere, consentendo alle province autonome di Bolzano e Trento di far saltare un istituto nazionale di tutela. Questa è anche, purtroppo, una grande sconfitta per la protezione della natura in Europa e uno sfregio all’anno mondiale della biodiversità”.

Duro anche il commento del WWF, che in una nota invita il governo a cambiare la dicitura del Parco: “Il Governo abbia il coraggio di togliere la dicitura Nazionale al parco dello Stelvio, visto che passato oggi al CDM lo smembramento, non si può più parlare di ente controllato dal Ministero dell’Ambiente e in linea con gli obiettivi della legge quadro nazionale sulle aree protette. Una operazione questa che si ammanta di un forte sostegno alle autonomie ma che costituisce un precedente pericolosissimo che potrebbe essere ripetuto in altre realtà sotto la spinta di interessi localistici e particolaristici non sempre coerenti con la finalità di tutela dell’ambiente di competenza statale, come stabilito dalla Costituzione”.

Verdiana Amorosi

Foto: W. Anselmi – Park.it

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