Le risorse della green economy non sono infinite: l’Unep lancia l’allarme sui metalli REE

La sfida dei prossimi anni sarà aumentare la percentuale di recupero dei metalli REE. L'Unep, il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, ha infatti lanciato un nuovo allarme riguardo all'esaurimento dei Rare Earth Element (elementi rari della terra).

La prima cosa che un ecologista impara è che le risorse non sono infinite. La seconda è che possono diventarlo: basta trovare il modo di riciclarle. La sfida dei prossimi anni sarà aumentare la percentuale di recupero dei metalli REE. L’Unep, il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, ha infatti lanciato un nuovo allarme riguardo all’esaurimento dei Rare Earth Element (elementi rari della terra).

Stiamo parlando di litio, neodimio, gallio, indio, palladio, silicio nomi che dicono poco, ma che sono fondamentali per l’industria elettronica e per lo sviluppo della cosiddetta green economy. I pannelli fotovoltaici, le batterie per le auto elettriche, le lampade a risparmio energetico e molte altre tecnologie tipiche dell’economia verde contengono quantità variabili di queste materie prime, spesso insostituibili.

La crescita vertiginosa di economie come quella indiana e cinese ha creato un aumento altrettanto vertiginoso della domanda di REE. Ed è proprio in Cina che si giocherà la partita: il 97% della produzione mondiale proviene dal paese asiatico, e questo nonostante il 42% dei giacimenti siano al di fuori del territorio cinese. Le ragioni sono il bassissimo prezzo della manodopera e gli investimenti del governo in campo estrattivo. Una via d’uscita a questa situazione è senza dubbio il riciclo dei REE. Ad oggi solo l’1% del totale viene recuperato [fonte Unep], ma si potrebbe fare molto di più. Del palladio, ad esempio, potrebbe tornare in circolazione tra il 50 e il 90%, mentre attualmente se ne ricicla solo il 5-10%.

Oltre ad assicurare un futuro all’umanità, il recupero dei REE comporta vantaggi enormi da un punto di vista ambientale. Senza considerare i danni al paesaggio e all’ecosistema causati dalle numerose miniere e cave per l’estrazione, il risparmio energetico di un oggetto prodotto con materie prime riciclate rispetto all’equivalente da materie prime estratte è da 2 a 10 volte più basso. Tanto per avere un’idea dei margini di risparmio, basta pensare che i 1300 milioni di tonnellate di metallo estratti ogni anno generano emissioni pari a 2,2 miliardi di CO2!

L’unica strada percorribile, se vogliamo continuare a utilizzare i Pc, i telefonini, le batterie, gli elettrodomestici e quant’altro, resta dunque il riciclo.

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