In 10mila sfilano contro la lobby dei cacciatori per dire no al taglio del Parco Naturale della Lessinia

Più di diecimila persone hanno sfilato contro la decisione della Regione Veneto, che vuole sottrarre quasi il 20% di terreno al Parco della Lessinia

I cittadini non vogliono che il Parco della Lessinia venga ridotto e si sono mobilitati contro il taglio di 2mila ettari di area protetta.

In 10mila hanno sfilato lungo i sentieri per dire no alla decisione di ridimensionare il Parco Naturale Regionale della Lessinia annunciata la scorsa settimana.

La Giunta Regionale ha infatti approvato un provvedimento con il quale si sottrarrebbe circa il 18% di terreno del Parco, per consentire ai cacciatori di sterminare i cinghiali.

L’area sottratta al Parco potrebbe essere aperta alla caccia, vietata invece nel Parco, e questo contrasterebbe la proliferazione dei cinghiali che stanno danneggiando le colture.

La decisione di ridimensionare il Parco è dunque appoggiata ca cacciatori, agricoltori, allevatori ma non dai cittadini che si sono immediatamente mobilitati per impedire il taglio di un’importante area protetta.

Una marcia pacifica che ha visto sfilare migliaia di persone dalla Conca dei Pàrpari a San Giorgio. appoggiate da numerose associazioni ambientaliste.

Secondo i manifestanti, l’eradicazione dei cinghiali non è una valida motivazione per ridimensionare il Parco, oltre a non rappresentare una soluzione al contenimento degli animali.

A sostenerlo è anche la Consigliera regionale Cristina Guarda:

“Io vivo in una zona, quella Berica, che al contrario dei Lessini non è Protetta, nonostante la preziosità della sua biodiversità naturale.
Sui Monti Berici da anni è applicato il Piano di Eradicazione del Cinghiale, con addirittura più di 250 cacciatori formati.
Nonostante ciò, sui Monti Berici la situazione non è affatto cambiata e continuiamo a osservare, specialmente noi agricoltori, campi arati e devastazioni da migliaia di cinghiali.
Insomma, un vero fallimento che si ripete in tutto il Veneto”, scrive la Guarda.

“Visto che la preoccupazione degli amministratori della Lessinia è il cinghiale e la sua presenza, in Veneto peggiorata dalle immissioni artificiali fatte proprio dai cacciatori, ho domandato loro cosa sperano di ottenere dal taglio delle aree protette, se in tutto il resto del Veneto il piano di Eradicazione stilato dalla Giunta, non ha per nulla funzionato”, prosegue Guarda.

Secondo la Consigliera e secondo le oltre diecimila persone che hanno manifestato, è necessario trovare altre soluzioni per contenere i danni provocati dai cinghiali. Il Parco va tutelato, non ridimensionato, perché rappresenta un’area naturalistica importante che offre benefici a tutta la comunità.

La modifica alla legge regionale è stata votata in tutta fretta la scorsa settimana e deve ancora arrivare nelle aule del Consiglio regionale: si tratterebbe del primo caso in tutta Europa in cui un parco naturale viene ridotto. Questo nonostante l’appello delle Nazioni Unite che chiedono di trasformare il 30% della superficie del Pianeta in aree protette per tutelare ambiente e biodiversità.

La speranza è che dopo il successo di questa importante manifestazione la maggioranza ci ripensi e ritiri la proposta di legge.

 

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