Api solitarie: basta un solo pasto a base di pesticidi per ridurne la riproduzione e la vita

Basta un solo pasto a base fiori contaminati dai pesticidi per danneggiare gravemente la salute delle api solitarie, riducendone la longevità e compromettendo la loro capacità riproduttiva. È l'inquietante scoperta fatta da uno studio internazionale guidato dall'Università di Bologna

Basta un solo pasto a base fiori contaminati dai pesticidi per danneggiare gravemente la salute delle api solitarie, riducendone la longevità e compromettendo la loro capacità riproduttiva. È l’inquietante scoperta fatta da uno studio internazionale guidato dall’Università di Bologna.

Una sola, unica esposizione, effettuata al termine della diapausa invernale, uno stato simile al letargo, basta a ridurre la durata della vita di questi insetti e a ritardare lo sviluppo degli ovari.

E la colpa è da imputare non al singolo prodotto al mix di pesticidi oggi responsabile della frequente moria delle api. Secondo i ricercatori, ciò dovrebbe far ripensare il sistema di valutazione del rischio di questi veleni: oggi, infatti, si considerano solo gli effetti prodotti da singole molecole, ma raramente si considerano quelli legati a più pesticidi combinati insieme.

Obiettivo della nuova ricerca era quindi analizzare i possibili effetti prodotti sulla Osmia bicornis (conosciuta anche come Osmia rufa) da due tipologie di pesticidi: un insetticida neonicotinoide e un fungicida. I ricercatori hanno realizzato un mix contente le due sostanze in dosi paragonabili a quelle che si possono trovare nei campi. A quel punto hanno somministrato il composto alle api solitarie. Queste ultime, rispetto alle loro simili, non vivono in colonie organizzate in alveari, ma ogni singola femmina costruisce un proprio nido indipendente.

Così come l’ape da miele, anche le api solitarie sono fondamentali per l’impollinazione, e anche loro stanno scomparendo”, spiega Fabio Sgolastra, ricercatore dell’Università di Bologna che ha coordinato lo studio. “Si tratta di specie particolarmente a rischio perché, non essendo organizzate in società numerose, la scomparsa di un singolo individuo comporta automaticamente la fine di un’intera linea di successione”.

Il risultato non ha lasciato spazio a dubbi. È bastata infatti una singola esposizione orale al mix di pesticidi per diminuire in modo significativo la longevità degli insetti e ritardare lo sviluppo dei loro ovari.

“Quello che abbiamo osservato è un doppio effetto negativo. Da un lato la vita dell’ape diventa più breve e dall’altro si allungano i tempi per l’inizio della deposizione delle uova: un fenomeno pericoloso, che riduce la capacità riproduttiva di questi insetti e può finire per mettere a rischio la sopravvivenza delle popolazioni di Osmie negli ambienti agrari” ha detto Sgolastra.

api solitarie pesticidi 1

Successivamente, i ricercatori hanno sottoposto alle api solitarie anche soluzioni contenenti i due pesticidi separatati tra loro, senza riscontrare effetti negativi.

“I due pesticidi, in quelle quantità e in una singola dose, non risultano dannosi. Quando però si trovano insieme, è sufficiente un solo pasto al termine dello svernamento per produrre conseguenze pericolose”.

La moria delle api

Un problema purtroppo ben lungi dall’essere risolto e che preoccupa gli scienziati di tutto il mondo. Le api infatti sono preziose per la biodiversità vegetale: muovendosi di fiore in fiore per cercare nutrimento, favoriscono l’impollinazione, contribuendo così alla sopravvivenza e allo sviluppo delle piante. La loro scomparsa, quindi, potrebbe avere gravi conseguenze sull’equilibrio dell’ecosistema.

Dal canto suo, l’Europa ha provveduto alla messa al bando di alcuni pesticidi dannosi per le api ma si tratta solo di una goccia nel mare visto che le sostanze vietate sono state solo 3.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Proceedings of the Royal Society B.

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Francesca Mancuso

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