Caccia selvaggia: il MIPAAF propone modifiche alla 157/92 per stermini di massa

Caccia selvaggia agli ungulati e alle specie definite "alloctone". La prevede un testo di modifica della legge 157/92, recante le norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Presentato dal Ministero delle Politiche Agricole alle Regioni e probabilmente esaminato dalla Commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni nella seduta di domani 3 luglio, il testo contiene istruzioni per dare il via a un vero e proprio sterminio di massa.

Caccia selvaggia agli ungulati e alle specie definite “alloctone”. La prevede un testo di modifica della legge 157/92, recante le norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Presentato dal Ministero delle Politiche Agricole alle Regioni e probabilmente esaminato dalla Commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni nella seduta di domani 3 luglio, il testo contiene istruzioni per dare il via a un vero e proprio sterminio di massa.

Si tratterebbe, infatti, di misure estremamente peggiorative per la vita e il benessere degli animali. Per questo Enpa e Lav guardano quindi con grande preoccupazione a tali modifiche e si appellano a tutti gli organi istituzionali per fermare l’iter legislativo di questo pericoloso disegno, come, d’altronde ha chiesto anche l’interrogazione presentata ieri dall’onorevole Basilio Catanoso (PDL).

“Ancora oggi – commentano Enpa e Lav – assistiamo all’incapacità di applicare correttamente e pienamente la legge 157/92 che rappresenta il recepimento della direttiva Uccelli risalente addirittura al 1979, la quale, a sua volta, pone come obiettivo principale la tutela della fauna selvatica. È inaccettabile che in nome del mero “divertimento”, oltretutto osteggiato dalla maggior parte degli italiani, ancora oggi non si intervenga seriamente per proteggere gli uccelli selvatici dagli spari nel periodo della riproduzione e della migrazione, come indica la “guida alla stesura dei calendari venatori” dell’Ispra, l’ autorevole istituto scientifico nazionale di riferimento sulla biodiversità, o che non si intervenga per escludere dall’elenco delle specie cacciabili quelle 19 che versano in uno stato di conservazione sfavorevole a livello italiano ed europeo”.

Altrettanto inaccettabile, per le associazioni animaliste, che non si sia ancora voluta risolvere la questione delle deroghe di caccia, preferendo l’estensione agli ungulati per tutto l’anno, con qualsiasi condizione climatica, e aprendo alle doppiette le porte dei parchi e delle oasi di protezione, “ovvero quei pochi lembi di territorio dove la fauna si rifugia, lontano anche da quel disturbo biologico che gli spari causano perfino durante la stagione di nidificazione. Inoltre, è inspiegabile che non si vietino tutte le forme di ripopolamento a fini venatori, accusate di arrecare danni all’agricoltura”, denunciano Enpa e Lav.

C’è qualcosa di veramente superficiale, per non dire illogico, nell’idea di modificare in chiave venatoria la legge 157/92 sulla tutela della fauna, e la cosa diventa ancora più grave se la proposta di modifica giunge dalle istituzioni”, dichiara invece la Lipu-BirdLife Italia, aggiungendo: “gli anni passati sono una lunga sequenza di sconfitte e persino di brutte figure per chi ha tentato un allentamento filo-venatorio dei vincoli di tutela per gli animali selvatici. Ha fallito l’onorevole Onnis, ha fallito l’allora ministro Alemanno, ha fallito il senatore Orsi e con lui tutti i blitz tentati qua e là dagli amici parlamentari delle doppiette“.

Tante batoste dovrebbero insegnare che quella strada è impraticabile. E, invece, il testo curato dal Mipaaf vuole accordare una corsia preferenziale per l’introduzione di un articolo che contempla la densità zero per alcune specie animali. Per queste, infatti, non si contempla il ricorso né ai metodi ecologici obbligatori per legge, né ai censimenti, né ad altre valutazioni tecnico-scientifiche o ai divieti di commercializzazione, come avvenuto recentemente nel caso dello scoiattolo grigio di cui oggi è vietata la vendita.

“Ci chiediamo perché, allora, non si escludano totalmente dalla delicata gestione faunistica tutti coloro che, muniti di tesserino per l’esercizio venatorio, vengono invece chiamati con il loro fucile ad abbattere animali – concludono Enpa e Lav -. Ci uniamo all’ onorevole Catanoso nel chiedere di bloccare immediatamente le assurde ed insensate modifiche della legge 157/92: si ritorni invece al rispetto delle regole, della scienza e alla reale ed urgente esigenza di tutela della biodiversità con misure più rigorose“.

Anche il WWF stigmatizza duramente l’iniziativa autonoma del Ministero dell’Agricoltura giudicando il nuovo testo “gravemente peggiorativo della legge attuale che disciplina l’attività venatoria in Italia che è a tutt’oggi l’unica legge nazionale per la tutela della fauna selvatica. Questa proposta va nella direzione opposta rispetto agli obblighi di migliorare i livelli di tutela della fauna restringendo tempi luoghi e specie oggetto di caccia, come ci chiede e ci impone l’Europa. E siamo già alla soglia di una nuova condanna da parte dell’Unione Europea per le reiterata violazione delle leggi europee sulla tutela della fauna e degli habitat naturali” fa sapere in una nota.

Pertanto il WWF concorda con quanto affermato dall’On. Basilio Catanoso nell’interrogazione che ha tempestivamente presentato ai Ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, chiedendo di fermare la proposta in quanto “testo pericoloso ed inopportuno, che non rappresenta una riforma della normativa sulla tutela della fauna e regolamentazione della caccia, ma tende piuttosto a dilatare tempi e modi dell’attività venatoria“.

La riforma della legge quadro sulla caccia deve essere finalizzata ad una maggiore tutela della fauna e al rispetto delle regole europee. Obiettivi non presenti nel pseudoriforma presentata, troppo filovenatoria e formulata escludendo il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali, sociali e scientifici.

Roberta Ragni

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