Remora, la rete da pesca biodegradabile e tracciabile che salva balene, tartarughe e delfini (VIDEO)

Mai più mammiferi intrappolati nelle reti da pesca. Mai più resti di plastica ingerita da cetacei, pesci e tartarughe. Non è un sogno, ma quello che riesce a fare davvero Remora, una rete da pesca tracciabile e biodegradabile, che si deteriora da sola dopo 4 anni

Mai più mammiferi intrappolati nelle reti da pesca. Mai più resti di plastica ingerita da cetacei, pesci e tartarughe. Non è un sogno, ma quello che riesce a fare davvero Remora, una rete da pesca tracciabile e biodegradabile, che si deteriora da sola dopo 4 anni.

A inventarla è stato uno studente di ingegneria spagnolo, Alejandro Plasencia, che ha dotato il suo progetto di un sistema di identificazione a radiofrequenza e un’app consultabile dai moderno smartphone e tablet, per aiutare i pescatori a trovare le reti disperse in mare, recuperandole prima che diventino “reti fantasma” e inquinamento marino da microplastica.

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L’idea è semplice, poco costosa e rivoluzionaria. Per cominciare, i tag di plastica gialli e arancioni, con chip RFID integrato, infatti, possono essere fissati alle reti esistenti. Il lettore, in combinazione con l’applicazione, dovrebbe permettere ai pescatori di tracciare, recuperare e riparare le reti in modo più efficiente, o dichiararle smarrite informando le ONG che si occupano di tutelare la biodiversità marina.

In una seconda fase, le vecchie reti potrebbero essere sostituite da Remora, che contiene un additivo in grado di degradarle in maniera ecologica al termine del ciclo di vita di 4 anni. Il risultato? Non ci sarebbero più reti da pesca abbandonate in mare, che minacciano la vita di pesci e mammiferi come balene e delfini, prima di rompersi in milioni di piccoli pezzi di plastica consumati erroneamente dagli animali come cibo.

Il progetto Remora è risultato finalista per quest’anno al James Dyson Foundation Award ed è vincitore nazionale del concorso per la Spagna.

Roberta Ragni

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