Le spiagge, i laghi e i fiumi più inquinati secondo Goletta verde 2020

Per tutelare le nostre acque è necessario investire negli impianti di depurazione delle acque reflue e comattere l'inquinamento da plastica

Si sono concluse le analisi effettuate sulle acque dei mari e dei laghi italiani nell’ambito dei progetti Goletta verde e Goletta dei laghi di Legambiente.

Il bilancio dei monitoraggi avvenuti tra il 29 giugno e il 5 agosto di quest’anno è purtroppo assai critico.

Dei 361 prelievi effettuati in 28 laghi italiani, uno su quattro è risultato fuori dai limiti di legge, mentre per quanto riguarda l’acqua prelevata lungo le coste un campione su tre è troppo inquinato.

I parametri utilizzati sono microbiologici: nelle acque sono stati ricercati Enterococchi intestinali e batteri fecali come l’Escherichia coli.

Per quanto riguarda i laghi, dei 28 analizzati il 28% è inquinato o fortemente inquinato e sono state riscontrate cariche batteriche oltre i limiti di legge anche nelle acque considerate balneabili.

Tra le aree maggiormente inquinate troviamo le foci sul Lago di Garda, gli scarichi sul Lago d’Iseo, nonché le foci dei torrenti sul Lago Maggiore e sul Lago di Como. Fortemente inquinate anche le foci sul Trasimeno e sul Lago di Bolsena.

Non va meglio per le acque marine: dei 259 campioni prelevati lungo le coste – di cui il 47% nei pressi delle foci di fiumi e canali – il 34% è risultato inquinato o fortemente inquinato.

Le situazioni peggiori sono state registrate proprio a livello delle foci: su 121 foci campionate, il 54% è risultato oltre i limiti di legge a riprova del fatto che siano i fiumi, con la loro elevata carica batterica, la principale causa di inquinamento del mare.

Nei tratti di costa considerati non balneabili, nel 70% dei casi non è presente alcun divieto di balneazione e dunque non esiste un’informazione adeguata per eventuali bagnanti, che possono correre rischi non da poco.

Campioni fortemente inquinati sono stati prelevati in alcune aree del versante adriatico, in particolare a Riccione, in Emilia Romagna e a Martinsicuro, Francavilla al Mare e Rocca San Giovanni, in Abruzzo.

Le criticità maggiori riguardano però soprattutto il versante costiero tirrenico, in particolare in Toscana, dalla Partaccia a Camaiore. Anche la Liguria nelle zone di Nervi, Santa Margherita Ligure e Lavagna presenta zone con un elevato tasso di inquinamento.

In diverse regioni del centro e del sud tra cui Lazio, Campania, Calabria e Sicilia il numero di punti fortemente inquinato è superiore alla media poiché risultano assenti gli impianti di depurazione e di allacciamento alla rete fognaria.

Goletta Legambiente

©Legambiente

A inquinare fiumi, laghi e mari è infatti soprattutto la scarsa efficienza, o addirittura l’assenza, di impianti di depurazione e di allacciamenti alla rete fognaria.

A questo si aggiunte l’inquinamento dato dai rifiuti, in particolare plastica e microplastica. Negli ultimi 3 anni di ricerche in mare su 1756 km monitorati, Legambiente ha contato 111 rifiuti per ogni km di mare e almeno un terzo è plastica monouso. Simile la situazione sulle spiagge, dove l’83% dei rifiuti è costituito da plastica.

La situazione rischia di peggiorare ulteriormente a causa dell’emergenza sanitaria, con l’uso di mascherine guanti usa e getta che non possono essere riciclati e che spesso finiscono abbandonati nell’ambiente.

Per questo, Legambiente ha sottolineato almeno tra azioni urgenti per salvare le acque italiane: completare la rete fognaria e di depurazione delle acque reflue; anticipare prima del luglio 2021 il recepimento della Direttiva europea che vieta e limita le plastiche monouso; approvare la Legge Salvamare che consente ai pescatori di raccogliere i rifiuti al largo, attualmente ferma in Commissione Ambiente al Senato.

“Anche quest’anno il viaggio delle due Golette ci conferma come in Italia la cattiva depurazione resti una delle principali opere incompiute del nostro Paese, per la quale siamo già stati condannati dall’Ue a pagare 25 milioni di euro, cui se ne aggiungono 30 ogni semestre di ritardo nella messa a norma.
A pagarne lo scotto sono i cittadini e soprattutto la qualità delle acque del nostro mare e dei nostri laghi, minacciati anche da rifiuti e illegalità ambientali” ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.

Servono maggiori controlli nelle aree più a rischio, serve un adeguamento degli impianti di depurazione e il completamento della rete fognaria.

Serve anche la collaborazione dei cittadini: oltre a non abbandonare rifiuti e a raccogliere quando possibile quelli abbandonati da altri, Legambiente invita a segnalare chiazze o inquinamento sospetto nelle acque di mari, laghi e fiumi, così da poter intervenire tempestivamente a tutela delle acque.

Fonti di riferimento: Legambiente/SOS Goletta/Mappa monitoraggi Goletta

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