Nucleare, Giappone: tracce di plutonio intorno alla centrale di Fukushima. Raddoppia la radioattività

IL dramma nucleare in Giappone, nonostante sia calato il silenzio dei media, sembra non conoscere fine. Sui terreni che circondano la centrale nucleare di Fukushima sono state trovate tracce di plutonio, che – sebbene lievi – rischiano di comportare danni irreparabili alle persone, all’aria e alle coltivazioni locali.

Il dramma nucleare in Giappone, nonostante sia calato il silenzio dei media, sembra non conoscere fine. Sui terreni che circondano la centrale nucleare di Fukushima sono state trovate tracce di plutonio, che – sebbene lievi – rischiano di comportare danni irreparabili alle persone, all’aria e alle coltivazioni locali.

Già Greenpeace nelle sue rilevazioni subito dopo l’incidente alla centrale aveva lanciato l’allarme plutonio, ma a confermare oggi la notizia è stato Masayoshi Yamamoto, professore dell’università di Kanazawa, che ha precisato che il livello del plutonio trovato nei campioni di terreno prelevati nella città di Okuma, a circa 1,7 chilometri dall’entrata principale della centrale, è inferiore al livello di plutonio riscontrato dopo i test delle bombe nucleari.

Le prime avvisaglie si erano registrate tre giorni fa, quando gli esperti avevano rilevato la presenza di alti livelli di radiazioni all’interno dell’impianto – come aveva sottolineato l’operatore Tokyo Electric Power (Tepco), spiegando che un robot nel sito del reattore 1 aveva riscontrato fino a 4mila millisievert nella zona sud-est dell’edificio.

Ora arriva la conferma della contaminazione del suolo che circonda la centrale nucleare, un disastro comparabile a quello registrato dopo la catastrofe di Chernobyl, che porterà danni alla salute dei cittadini almeno per i prossimi trenta anni.

Per questo si parla di evacuazione: secondo Tomio Kawata, ricercatore all’ente nazionale per la gestione delle scorie nucleari (Numo), ad essere terribilmente radioattiva è soprattutto l’area situata a nordovest dell’impianto, che misura 600 km quadrati e ha assorbito, con ogni probabilità, più di 1,48 milioni di becquerel di cesio radioattivo per metro quadrato. Un livello che durante l’emergenza di Cernobyl fece scattare l’evacuazione obbligatoria permanente.

Le amministrazioni dei centri abitati in prossimità di Fukushima preparano piani di evacuazione volontaria, ma l’Agenzia per la sicurezza nucleare ha promesso di aumentare i controlli e informare subito la popolazione delle zone più a rischio, nella speranza che il progressivo abbassamento della radioattività non renda necessarie evacuazioni di massa oltre l’area a 30 km dalla centrale.

Intanto due tecnici che operano nella zona di Fukushima, che stavano installando dei cavi vicino ad un impianto per le scorie nucleari sono stati ricoverati con sintomi di disidratazione dopo aver avvertito un malore, mentre altri nove sono stati curati dall’inizio della crisi nucleare per colpi di calore. La Tepco, società che gestisce l’impianto, ha assicurato che adotterà misure di sicurezza più efficaci a tutela dei dipendenti. Ma intanto il danno è fatto.

Verdiana Amorosi

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