Addio alla foresta incontaminata del Tongass: Trump dà il via al disboscamento dell’Alaska

Il Tongass National Forest, patrimonio incontaminato dell’Alaska e di tutto il mondo, non esisterà più grazie ad un provvedimento di Trump

Non abbiamo più parole, non ce ne sono più: il Tongass National Forest, patrimonio incontaminato dell’Alaska e di tutto il mondo, non esisterà più, o almeno non come lo è ora. L’amministrazione di Trump ha dato ufficialmente il via al suo disboscamento, con l’obiettivo di costruire e violentare nuovamente la natura.

Da molto tempo i governatori dell’Alaska, nonché alcune delegazioni nel Congresso, fanno pressioni al Governo federale Usa perché la foresta del Tongass possa essere liberamente, o quasi, usata per attività e infrastrutture umane. E sembra proprio che ora ci siano riusciti.

Infatti dal 2001, il sito è protetto da una legge varata nell’era Clinton, nota come ‘Regola senza strade’, che nei fatti vieta qualsiasi costruzione umana nella stupenda e preziosissima area naturale afferente al governo statunitense.

Come riporta il New York Times, nel 2019, a seguito di forti pressioni industriali, il servizio forestale aveva già dichiarato la possibilità di prendere in considerazione sei possibili modifiche alla regola, tra cui restrizioni mantenute per l’80% o apertura di circa 931.000 ettari a disboscamento e costruzioni umane.

Ma in una dichiarazione rilasciata lo scorso 24 settembre, il Dipartimento dell’Agricoltura ha dichiarato “candidamente” che la sua opzione preferita è “esentare completamente la foresta nazionale di Tongass dalla regola del 2001 senza strade”, che aprirebbe più di 3,6 milioni di ettari alla distruzione (dei circa 6,9 milioni totali).

E il giorno successivo, il 25 settembre, il servizio forestale degli Stati Uniti, un’agenzia del Dipartimento dell’Agricoltura, ha pubblicato uno studio che conclude come la revoca di questa norma nel Tongass non danneggerebbe in modo significativo l’ambiente.

Il lavoro consentirà di fatto all’agenzia di procedere ad una cancellazione del provvedimento di fatto entro i prossimi 30 giorni, aprendo la strada all’amministrazione Trump per proporre vendita di legname e progetti di pavimentazione stradale nella foresta entro la fine di quest’anno.

Trump ce l’ha fatta dunque un’altra volta a cancellare norme a tutela della natura, a valle della nomina del noto negazionista dei cambiamenti climatici Ryan a capo del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) e alla fine di un mandato discutibile dal punto di vista sanitario e ambientale: è infatti l’ultima agghiacciante mossa di altre, più di 100, con le quali ha annullato o fortemente indebolito regolamenti disegnati per proteggere aria, acqua e terre pubbliche dall’inquinamento. E mentre la pandemia da coronavirus continua a mietere vittime.

E così, mentre le lobby industriali plaudono all’ennesimo provvedimento in loro favore, inizia la devastazione di un’ampia distesa di cime innevate, fiumi impetuosi e foreste vergini antichissime e universalmente considerate come uno dei tesori d’America.

Fonti di riferimento: New York Times / Governo Usa / Dipartimento Agricoltura governo Usa

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