La Cina pianta 6 milioni di ettari di alberi, una foresta grande quanto l’Irlanda

La Cina è uno dei dieci paesi più inquinati del mondo, per questo motivo il governo ha intenzione di piantare 6,6 milioni di ettari di foresta nel 2018. Così mentre altri Stati sembrano rinunciare alla sostenibilità ambientale, dall’Oriente inizia una bella inversione di tendenza.

La Cina è uno dei dieci paesi più inquinati del mondo, per questo motivo il governo ha intenzione di piantare 6,6 milioni di ettari di foresta nel 2018. Così mentre altri Stati sembrano rinunciare alla sostenibilità ambientale, dall’Oriente inizia una bella inversione di tendenza.

Qualche tempo fa, vi avevamo mostrato quello che è stato ribattezzato come il video dell’apocalisse: immagini drammatiche dell’inquinamento a Pechino, dove centinaia di cantieri e fabbriche stavano violando le misure anti-smog.

Di contorno oltre 10 mila autoveicoli, classificati come fortemente inquinanti, erano stati scoperti ad infrangere i blocchi del traffico. Un quadro, quindi, preoccupante che continua a spingere i pechinesi a riflettere su un eventuale trasferimento verso altre città più a sud del Paese, come dimostrano diversi sondaggi.

Alla luce di tutto ciò, il governo della Cina sta lavorando per aumentare la percentuale di foreste nel paese, passando così dal 21,7 al 23% entro il 2020, quindi al 26% entro il 2030. Il progetto di riforestazione vedrà una collaborazione con numerose aziende del settore green, per questo l’amministrazione ha lanciato una massiccia campagna.

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“Le aziende, le organizzazioni e tutti gli esperti sono i benvenuti. La cooperazione è inserita in un elenco prioritario e l’obiettivo è rendere sostenibile il nostro paese”, ha dichiarato Zhang Jianlong, a capo dell’amministrazione forestale.

Una misura urgente considerando quanto l’inquinamento influisce sulla vita e la salute dei cinesi. Qualche anno fa, a mostrarlo era stato un documentario “Smog Journeys”, realizzato per Greenpeace da Jia Zhangke, uno dei registi cinesi più famosi al mondo, già vincitore in carriera del Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2006.

Il corto raccontava la vita di due famiglie cinesi, una di minatori, l’altra di designer di moda, rispettivamente della provincia di Hebei e di Pechino. Solo nel 2012 nella provincia di Hebei, che confina con l’area metropolitana di Pechino, erano stati consumati 313 milioni di tonnellate di carbone, e questa era stata la maggior causa di smog: delle 10 città cinesi con il peggior tasso di inquinamento da PM2.5, sette appartenevano alla provincia di Hebei.

Nel 2014, la Cina aveva dichiarato l’emergenza nazionale e da quel momento, aveva iniziato a investire per migliorare la salute dell’ambiente e sviluppare tecnologie pulite.

Dell’inquinamento in Cina ne avevamo parlato qui:

Quest’anno gli alberi saranno piantati nella provincia nord-orientale di Hebei, nella provincia del Qinghai, nell’altopiano tibetano e nel deserto di Hunshandake nella regione autonoma settentrionale della Mongolia Interna. La Cina ha già speso 538 miliardi di yuan, circa 82miliardi di dollari per questa battaglia green.

Dominella Trunfio

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