Amasia: il continente del futuro

Dopo la Pangea, il supercontinente del futuro dovrebbe chiamarsi Amasia. Secondo tale ipotesi le terre emerse si sposterebbero di 90 gradi rispetto alla posizione iniziale convergendo verso il Polo Nord

Si chiama Amasia, ed in futuro potrebbe essere il nome del supercontinente che prenderà il posto di quello attuale. È l’ipotesi avanzata da un team di geologi dell’Università di Yale secondo i quali l’Oceano Artico e il Mar dei Caraibi un giorno molto lontano, spariranno del tutto, il Nord e il Sud dell’America si sposteranno verso Nord e si “scontreranno” con l’Europa e l’Asia, che nel frattempo si saranno spostate verso il Polo.

In prospettiva futura, sia l’Asia che il Nord America diventerebbero il centro dell’Amasia, proprio dove oggi si trova il Mar Glaciale Artico. E ad unirle sarebbe una catena montuosa di nuova formazione.

Come sappiamo, i continenti, lentamente, continuano a muoversi. Due finora erano i modelli considerati plausibili. Il primo è quello basato sull’introversione, secondo cui la spinta che ha portato allo “smembramento della Pangea”, il supercontinente iniziale, potrebbe esaurirsi e le terre emerse, così come oggi le vediamo, potrebbero ritornare alla situazione di partenza. Il secondo modello è quello basato sull’estroversione, ossia sul processo opposto rispetto al precedente, in cui la spinta che ha portato alla nascita dei continenti dalla Pangea continuerà fino a portare le terre nel punto diametralmente opposto a quello iniziale, con un movimento di 180 gradi, e la chiusura di un oceano esterno, in questo caso il Pacifico.

Il terzo audace modello, avanzato dagli studiosi di Yale, invece punta all’ortoversione. Che significa? Il futuro supercontinente, come la stessa parola suggerisce, nascerà ruotando di 90 gradi rispetto al centro del suo predecessore.

Il team di ricerca è giunto a tale conclusione dopo aver analizzato il magnetismo delle rocce antiche. “Questo tipo di analisi ci fornisce un nuovo modo per spiegare il movimento dei continenti sia in latitudine che longitudine, fornendo una migliore comprensione dei modelli di dispersione biologica e la dinamica delle profondità della Terra” ha precisato il dottorando Taylor M. Kilian, secondo autore dello studio, in collaborazione con il professor David Evans.

Secondo gli studiosi, il supercontinente Pangea sarebbe sorto circa 300 milioni di anni fa, con l’Africa al centro, per poi iniziare a “rompersi” 100 milioni di anni più tardi e dar vita ai sette continenti odierni e alla nascita dell’ Oceano Atlantico.

Tali speculazioni sul lontano futuro non possono essere testate visto che accadranno almeno tra 100 milioni di anni ha spiegato Evansma siamo in grado di utilizzare i modelli raccolti dai supercontinenti antichi per valutare attentamente l’esistenza dell’umanità nel tempo e nello spazio all’interno della grande danza tettonica della Terra“.

La ricerca è stata pubblicata su Nature.

Francesca Mancuso

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