I leader politici impegnati nella campagna elettorale che cambiano radicalmente strategia, puntando sulla green economy, la Cina che abbandona le fonti fossili, i cittadini e gli amministratori siciliani in rivolta contro le trivelle petrolifere, un mega parco eolico inaugurato davanti alle coste di Taranto. Sono queste le notizie a dir poco sorprendenti contenute nel quotidiano “Metro”, quasi identico all’originale, distribuito stamattina da Greenpeace ad almeno 100 mila romani nelle principali stazioni ferroviarie e della metropolitana.
I leader politici impegnati nella campagna elettorale che cambiano radicalmente strategia, puntando sulla green economy, la Cina che abbandona le fonti fossili, i cittadini e gli amministratori siciliani in rivolta contro le trivelle petrolifere, un mega parco eolico inaugurato davanti alle coste di Taranto.
Sono queste le notizie a dir poco sorprendenti contenute nel quotidiano “Metro”, quasi identico all’originale, distribuito stamattina da Greenpeace ad almeno 100 mila romani nelle principali stazioni ferroviarie e della metropolitana.
“Ecco cosa vorremmo leggere sui giornali. Ancor più vorremmo denunciare come i temi ambientali siano completamente assenti dalla campagna elettorale e poco trattati, in questo periodo, dai media“, afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. Alcune tra le notizie riportate nell’edizione verde di “Metro” sono di pura fantasia, altre, invece, non lo sono affatto. Anzi.
Sono veritieri, ad esempio, i dati pubblicati sulla mortalità prematura causata dalle centrali a carbone in Italia (570 casi l’anno), quello sui risparmi garantiti dalle rinnovabili in termini di mancate importazioni di fonti fossili (fino a 10 miliardi di euro l’anno, agli attuali livelli produttivi), quello sul potenziale occupazionale delle fonti pulite. “Da due mesi siamo impegnati a chiedere ai leader politici e ai partiti una risposta a 9 semplici quesiti sul futuro energetico del Paese. Quando parliamo di energia parliamo di un pezzo centrale dell’economia, ma anche di ambiente, salute pubblica, lavoro“, conclude Boraschi.
Queste stesse domande, insieme a Greenpeace, le hanno poste oltre 50 mila italiani che hanno firmato la petizione. Molti politici hanno risposto, alcuni prendendo impegni importanti. Ma da parte di Bersani, Monti e Berlusconi c’è stato solo un silenzio assordante. Per questo Greenpeace invita tutti i cittadini a continuare a fare pressione sulla politica attraverso il sito www.IoNonViVoto.org, affinché i temi ambientali entrino finalmente nella campagna elettorale.
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Roberta Ragni
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