La morte del nucleare nel mondo dopo Fukushima

Continuiamo a parlare di nucleare e questa volta lo facciamo in seguito al rapporto diffuso dal WWF e realizzato dal Worldwatch Institute, l'istituto di ricerca dedicato all'analisi delle questioni ambientali. Secondo lo studio, intitolato “L’energia nucleare in un mondo post-Fukushima” e dedicato allo stato dell'industria nucleare nel mondo, l'energia atomica è destinata a morire, come dimostrano i dati che parlano di un calo in atto già dal 1980.

Continuiamo a parlare di nucleare e questa volta lo facciamo in seguito al rapporto diffuso dal WWF e realizzato dal Worldwatch Institute, l’istituto di ricerca dedicato all’analisi delle questioni ambientali. Secondo lo studio, intitolato L’energia nucleare in un mondo post-Fukushima e dedicato allo stato dell’industria nucleare nel mondo, l’energia atomica è destinata a morire, come dimostrano i dati che parlano di un calo in atto già dal 1980.

A partire da quest’anno, infatti, il nucleare ha iniziato la sua parabola discendente, fino ad arrivare al 1990, anno in cui per la prima volta il numero di reattori arrestati ha superato quello degli avviamenti. Il massimo storico dei reattori funzionanti in tutto il Pianeta risale invece al 2002, in cui si contavano 444 impianti attivi. Dopodiché, fino ad oggi i reattori avviati sono stati 25, a fronte dei 32 spenti, cifra che comprende i 6 dell’impianto giapponese di Fukushima ma non i 7 chiusi in Germania in seguito alle paure derivate dall’incidente anche se, secondo il Worldwatch Institute, difficilmente saranno riaperti.

Ma non è tutto: anche la produzione di energia derivante dal nucleare ha subito negli anni un ribasso, registrando nel 2009 un calo di 103 TWh (circa il 4%) rispetto al 2006.

Insomma, i dati del rapporto dimostrano come già a partire da molti anni prima del tremendo disastro giapponese, l’industria nucleare si avviasse verso il declino, nonostante i soldi pubblici investiti per la ricerca in questo settore siano 5 volte superiori rispetto a quelli dedicati alle rinnovabili, così come evidenziato dai dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia.

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Il Worldwatch Institute – commenta Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF – smentisce chi vuole reintrodurre il nucleare in Italia a scapito delle energie rinnovabili e all’insegna di un presunto ‘rinascimento dell’atomo’: una favola che, sulla base delle cifre fornite dal prestigioso istituto di Washington DC, risulterebbe invece per il Paese un pessimo investimento economico-finanziario, oltre che un attentato alla sicurezza dei cittadini.

Il nucleare, insomma, è pericoloso, obsoleto e neanche conveniente; il referendum del 12 e del 13 giugno nel nostro paese è a rischio ma non ancora annullato: occorrono altri motivi per dire NO al nucleare votando SI’ ai quesiti che troveremo sulla scheda?

Eleonora Cresci

Scarica il rapporto completo in pdf

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