Disastro petroliera Sanchi: nessuno ne parla più, ma i danni ambientali sono peggiori del previsto

Il disastro della petroliera Sanchi ormai non fa più notizia. Non ne parla più nessuno ma i danni provocati dall'incidente che ha colpito la petroliera iraniana al largo delle coste cinesi continuano a essere sempre più gravi. La fuoriuscita di petrolio ha già causato gravi danni all'ambiente

Il disastro della petroliera Sanchi ormai non fa più notizia. Non ne parla più nessuno ma i danni provocati dall’incidente che ha colpito la petroliera iraniana al largo delle coste cinesi continuano a essere sempre più gravi. La fuoriuscita di petrolio ha già causato gravi danni all’ambiente.

Una simulazione aggiornata condotta dal National Oceanography Center (NOC) e dall’Università di Southampton ha mostrato che le acque inquinate dalla petroliera Sanchi affondata potrebbero raggiungere il Giappone entro un paio di settimane.

La nuova simulazione mostra che l’inquinamento non solo raggiungerà la costa giapponese ma probabilmente anche l’Isola di Jeju, con una popolazione di 600.000 persone, un’isola quasi interamente trasformata in un parco naturale.

Queste ultime previsioni sono state rese possibili da nuove informazioni su dove la petroliera Sanchi è affondata. Sulla base di ciò, il team di scienziati del National Oceanography Center (NOC) e dell’Università di Southampton ha eseguito nuove simulazioni di modelli per valutare il potenziale impatto della circolazione oceanica locale sulla diffusione di sostanze inquinanti.

La collisione della petroliera Sanchi ha avuto luogo al confine tra il Mar giallo e il Mar Cinese Orientale, un’area con correnti di superficie complesse, forti e molto variabili. Tuttavia, la settimana seguente, la petroliera andò alla deriva prima di affondare molto più vicino al confine del Mar Cinese Orientale, e alla principale corrente di confine conosciuta come Corrente di Kuroshio.

Le previsioni fornite dalle nuove simulazioni differiscono significativamente dalle precedenti secondo cui le acque contaminate sarebbero rimaste in gran parte al largo. Secondo la nuova ricerca, potrebbero raggiungere la costa coreana entro tre mesi spinte da due correnti, Kuroshio e Tsushima.

sanchi oil spill modelling

Queste ultime lambiscono le coste settentrionali e meridionali del Giappone sudoccidentale. Se le acque contaminate verranno spinte dalla corrente di Kuroshio, le simulazioni suggeriscono che queste saranno trasportate rapidamente lungo le coste meridionali delle isole Kyushu, Shikoku e Honshu, raggiungendo l’area di Tokyo entro 2 mesi. Le sostanze inquinanti all’interno della corrente di Kuroshio possono quindi essere trasportate nelle acque oceaniche più profonde del Pacifico settentrionale.

timescale sanchi spill 2

“Le simulazioni riviste suggeriscono che l’inquinamento derivante dalla fuoriuscita può diffondersi molto più velocemente di quanto si pensasse in precedenza, e che potrebbero essere colpite aree più vaste della costa. Le nuove simulazioni spostano anche l’attenzione sui possibili impatti dalla Corea del Sud verso la terraferma giapponese, dove vivono molte più personespiega il Noc.

La dott.ssa Katya Popova del Centro nazionale di oceanografia dell’Università di Southampton, ha aggiunto:

“Le fuoriuscite possono avere un effetto devastante sull’ambiente marino e sulle comunità costiere. Con le forti correnti oceaniche, una volta rilasciato nell’oceano, il petrolio può diffondersi rapidamente su grandi distanze. Quindi capire le correnti oceaniche e il tempo in cui trasportano gli inquinanti è fondamentale durante gli incidenti marittimi, specialmente quelli che coinvolgono perdite di petrolio”.

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Francesca Mancuso

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