Fame: i piccoli agricoltori i più colpiti dai cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici e l'aumento della popolazione mondiale stanno mettendo a dura prova i piccoli agricoltori dei paesi in via di sviluppo. A rivelarlo è l'IFAD

Sostenere i piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo la cui situazione è resa ancor più difficile dall’aumento della popolazione mondiale e dai cambiamenti climatici. Una dichiarazione di intenti per costruire una partnership più forte è stata firmata nel corso del Consiglio direttivo dell’IFAD presso il quartier generale di Roma, tra la Bill & Melinda Gates Foundation e il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD).

Grazie all’accordo siglato dallo stesso Bill Gates, le due parti cercheranno di sostenere i piccoli agricoltori dei paesi più poveri del mondo attraverso una serie di misure. E tale partnership assume ancora più importanza se si considera che per soddisfare il loro fabbisogno alimentare, gli agricoltori nel corso dei prossimi 40 anni, dovranno affrontare due sfide: produrre il 60 per cento di cibo in più per nutrire la popolazione in continua crescita e farlo cercando di fronteggiare il degrado ambientale, la sempre maggiore scarsità di risorse e i cambiamenti climatici.

Dopo la firma della dichiarazione, Gates ha discusso insieme ai delegati del Consiglio direttivo dell’IFAD l’importanza di un’agricoltura sostenibile e di come i miglioramenti della produttività potrebbero ridurre la povertà nei paesi in via di sviluppo. Per questo ha lanciato una sfida anche ai governi nazionali, invitandoli ad adottare un nuovo approccio per sostenere i piccoli agricoltori.

Ma la dichiarazione di intenti è solo una parte del lavoro. Ieri, nel suo discorso d’apertura della 35esima riunione annuale del Consiglio dei Governatori dell’IFAD, il presidente Kanayo F. Nwanze si impegnato in prima persona a far uscire dalla povertà 90 milioni di persone.

È arrivato il momento in cui i piccoli agricoltori si approprino del loro ruolo di attori attivi nella crescita economica e per la sicurezza alimentare”, ha detto Nwanze. “Quando questi agricoltori sono riconosciuti come piccoli imprenditori, quando hanno accesso a migliori risorse e incentivi, e quando hanno accesso ai mercati e a un contesto politico-istituzionale favorevole, essi possono trasformare le loro comunità, le loro vite e il mondo intero”. La spinta per lo sviluppo deve partire dal basso.

Una sfida davvero dura, visto che i contadini devono lottare anche contro i cambiamenti climatici, che li stanno mettendo a dura prova, insieme alla crescita della popolazione globale, che entro il 2050 dovrebbe raggiungere quota 9 miliardi. Per questo, secondo il presidente Nwanze occorre “trovare soluzioni che siano ‘climate-smart’ per sviluppare la resilienza dei piccoli agricoltori ai cambiamenti climatici”. In tal senso, un ruolo di primo piano potrebbe esseree quello del programma “Adaptation for Smallholder Agriculture”, il nuovo piano per il 2012 volto alla gestione di finanziamenti per i piccoli agricoltori attraverso l’IFAD.

Adesso, il prossimo appuntamento sarà in Brasile, a Rio de Janeiro, nel corso della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile che avrà luogo dal 13 al 22 giugno di quest’anno.

Francesca Mancuso

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