Sacchetti biodegradabili, vince la lobby della plastica: scomparse le nuove norme promesse da Clini dal decreto Milleproroghe

Sparisce dal decreto Milleproroghe la norma recentemente introdotta dal governo sui divieti e le sanzioni per le buste inquinanti. Un passo indietro per il nostro Paese

Ci avevano fatto trascorrere un Natale tranquillo contro le shopper non biodegradabili. Ci eravamo illusi di aver detto definitivamente addio alle antipatiche buste di plastica inquinanti, ma la fine dell’anno 2011 si chiuderà con una nuova batosta su questo fronte, gentilmente rifilataci dal nuovo governo.

Dalle pagine del decreto milleproroghe, pare sia misteriosamente sparito il divieto di produzione di shopper non biodegradabili e la sua sostituzione con i sacchetti ecologici tanto sbandierata dai ministri Clini e Passera. E forse non ce ne saremmo nemmeno accorti se Legambiente non avesse denunciato l’accaduto.

Secondo gli ambientalisti, le nuove disposizioni in materia di shopper arreccheranno nuovi danni all’ambiente oltre all’immagine dell’Italia, che per una volta aveva fatto da apripista, guadagnandosi un lodevole primato, quello dell’abbandono degli shopper non biodegradabili: “È grave e anche dannoso aver cancellato quell’articolo, non solo per l’ambiente ma anche per l’immagine stessa dell’Italia. La messa al bando dei sacchetti di plastica è un primato che ci ha fatto riconoscere come uno dei Paesi più all’avanguardia, pioniere di un modello guardato con ammirazione in tutto il mondo e che così rischia di essere seriamente compromesso”. È il commento duro del vicepresidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani.

Anche perché sembrava cosa certa, con tanto di comunicati stampa da parte dei rispettivi ministeri che lodavano l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, che lo scorso 23 dicembre aveva dato il via libera alla proposta del Ministro dell’ambiente Corrado Clini e del Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera alle nuove disposizione che consentono la commercializzazione dei soli sacchetti conformi alla normativa europea sulla biodegradabilità e di quelli effettivamente riutilizzabili nel tempo, sancendo definitivamente la fine delle buste di plastica inquinanti.

A lungo, nel corso del 2011 si è discusso sulla natura e sul grado di eco-sostenibilità dei sacchetti di plastica prodotti con l’additivo chimico ECM, e fatti passare per biodegradabili quando invece non lo erano. E a sparire dal milleproroghe è stato proprio l’articolo che stabiliva i corretti parametri di biodegradabilità nell’ambiente e compostabilità degli shopper secondo la norma europea EN13432, approvato il 23 dicembre.

Quella norma – ha aggiunto Ciafani è fondamentale per fare chiarezza nel mercato della piccola e media distribuzione, che è già stato invaso da sacchetti di plastica con additivi chimici che non possiedono le corrette caratteristiche di biodegradabilità e soprattutto è utile a evitare scappatoie da parte di alcuni produttori che evidentemente si sono già attivati“.

A vincere, tanto per cambiare, sono state le lobby che hanno prevalso sull’interesse della collettività. Continua il vicepresidente di Legambiente: “Per questo se fosse confermata la sua cancellazione in modo così subdolo, addirittura dopo l’annuncio del governo, sarebbe un chiaro tentativo di salvaguardare i profitti di alcune lobby a scapito dell’interesse generale, dei cittadini, dell’ambiente e dell’economia italiana. Ci auguriamo quindi che il Governo e il Parlamento rimedino al più presto a questo evidente tentativo di sabotaggio di un ottima norma che privata di determinati parametri rischia di perdere la sua efficacia”.

Non possiamo che augurarci che il Governo rimedi in breve tempo a questo grave infortunio.” – commentano con un comunicato i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta – “Ministri di peso come Clini e Passera avevano annunciato il provvedimento, indicandolo giustamente come una misura molto importante per accelerare il percorso gia’ in atto per orientare i consumatori verso prodotti ambientalmente sostenibili, e dare impulso allo sviluppo della green economy, settore trainante della crescita. Evidentemente l’azione di lobby e una qualche complicità all’interno della stessa compagine governativa hanno giocato un tiro mancino alla tutela dell’ambiente, all’industria più innovativa e sostenibile.”

È necessario un intervento urgente che ripristini la norma nel testo che verrà firmato dal Presidente Napolitano nelle prossime ore, altrimenti sarebbe questo un episodio ancora più grave delle mancate liberalizzazioni del primo provvedimento Monti, che dimostrerebbe un’incapacità del Governo di resistere alle pressioni di chi vuole che nulla cambi. E d’altra parte l’ennesima conferma che deve essere posto un freno alla pessima , dal punto di vista istituzionale, abitudine , invalsa ormai da qualche tempo, per cui passano giorni dall’annuncio delle scelte del Consiglio dei ministri all’effettiva pubblicazione del provvedimento. Giorni usati dalle lobby per spingere “manine” ad operare tagli e modifiche incontrollate”- concludono I senatori ecodem.

L’anno era partito bene, con la notizia della messa al bando degli shopper inquinanti voluta dall’ex Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, ma è finito male.

Cosa ci attenderà per il 2012?

Francesca Mancuso

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