Arsenico nell’acqua, a Roma Nord prorogato divieto di utilizzare quella del rubinetto fino a dicembre 2021

Continua la presenza di arsenico nelle acque dei rubinetti di alcune zone di Roma Nord e per questo la Sindaca Virginia Raggi prolunga il divieto di utilizzo per un altro anno

Continua la presenza di arsenico nelle acque dei rubinetti di alcune zone di Roma Nord e per questo la Sindaca Virginia Raggi prolunga il divieto di utilizzo per un altro anno

Per un altro anno i residenti e le aziende di Malborghetto, località sulla Flaminia nella periferia del Municipio XV, non potranno utilizzare l’acqua che esce dai loro rubinetti a causa della contaminazione da arsenico. Ad annunciarlo l’ordinanza firmata dalla sindaca di Roma Virginia Raggi il 26 dicembre. (LEGGI anche: Arsenico nell’acqua: torna l’allarme a Roma. Le zone interessate)

Prorogato fino al 31 dicembre 2021 il divieto di utilizzare l’acqua proveniente dagli acquedotti rurali Arsial di “Malborghetto” – si legge in una nota del Campidoglio –. È quanto prevede l’ordinanza firmata dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi. La sindaca ha assunto il provvedimento in relazione alla presenza di arsenico rilevata nei tratti di rete idrica interessati. Il divieto riguarda 61 utenze. La proroga fino al 31 dicembre 2021 si rende necessaria per consentire l’espletamento delle attività tecnico-amministrative necessarie all’esecuzione dei lavori di risanamento dell’acquedotto che saranno gestiti da Acea Ato 2”.

Il primo divieto relativo al consumo dell’acqua proveniente da diversi acquedotti di Roma Nord era scattato nel 2014. E mentre gli altri rami idrici sono stati sanati, gli abitanti e le aziende di Malborghetto dovranno attendere almeno un altro anno.

Cos’è l’arsenico e perché è pericoloso

L’arsenico è un metalloide cancerogeno per l’uomo e un contaminante dell’acqua altamente tossico fin troppo presente in diverse falde acquifere. In epoca industriale, la presenza dell’arsenico ha subito un incremento a causa delle centrali elettriche alimentate a carbone e a gas. A peggiorare la situazione anche l’incenerimento dei rifiuti e l’uso di pesticidi e fertilizzanti in agricoltura, che ne hanno provocato la diffusione nell’aria, nelle acque e nei terreni.

Il Decreto Legislativo n°31 del 2/2/2001 disciplina la qualità delle acque potabili garantendone la salubrità. Questo decreto, attuando la legislazione della commissione europea in materi, ha abbassato il limite previsto per l’arsenico nelle acque potabili da 50 a 10 μg/l , proprio in considerazione della sua cancerogenicità e dell’evidente rischio per la salute umana. Secondo l’OMS, il consumo di acque potabili contenenti arsenico in quantità comprese tra 0,05 e 0,1 milligrammi per litro di acqua potabile aumenta il rischio di sviluppare un tumore della pelle, al polmone o alla vescica.

Come chiarito dall’Istituto Superiore di Sanità, “l’assunzione di una dose elevata di arsenico (circa 10-50 milligrammi) provoca avvelenamento acuto caratterizzato dai seguenti disturbi (sintomi): vomito, dolori addominali, diarrea, insensibilità agli arti, crampi e contrazioni muscolari dovuti all’infiammazione di molti nervi periferici (polinevrite) che, a dosi maggiori di arsenico, possono portare al blocco dei muscoli cardiaci e respiratori e alla morte”

Fonte: Comune di Roma/Istituto Superiore di Sanità

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