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Che differenza c’è tra cicuta e carota selvatica? L’importanza di riconoscere le piante spontanee per non incorrere in spiacevoli intossicazioni
Se state già pensando alla primavera, alle gite in campagna, ma soprattutto alle scorpacciate di piante spontanee, iniziate a studiare adesso. Perché confondersi e mangiare una pianta velenosa che somiglia moltissimo a quelle innocue e gustose è un attimo. Parliamo del Conium maculatum, conosciuto d tutti come Cicuta e di come le sue foglie siano molto simili a quelli del Daucus carota, la carota selvatica. Ad un primo sguardo le differenze sono minime, ma guardando meglio e soprattutto studiando la pianta, vedrete che il fusto nella cicuta è cavo, privo di peli, punteggiato di macchie violacee, e se spezzato emana odore sgradevole, mentre la carota selvatica sprigiona un gradevole aroma in ogni sua parte.
Il problema è che la cicuta può usare gravi dermatiti e ustioni, se maneggiata, quindi strofinare le foglie a mani nude per decidere se sia proprio la pianta in questione, non è una buona idea.
Indice
Raccolta e pericoli
Le foglie
La procedura di intervento in caso di avvelenamento consiste nel provocare il vomito al fine di ridurre la quantità assimilata e, se possibile, effettuare una lavanda gastrica cui affiancare la somministrazione di un purgante o carbone attivo
Ingerire per sbaglio la Cicuta può essere pericoloso anche per gli animali, tanto che gli allevatori conoscono bene questa pianta e la eliminano dai pascoli: il suo consumo da parte di vacche gravide durante l’intervallo di gestazione dal giorno 50 al giorno 75 induce contratture congenite multiple (MCC) nei vitelli, una condizione comunemente indicata come “malattia del vitello storto”.
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La radice
Fiori e semi
Quando le due piante fioriranno sarà più facile distinguerle anche per la notevole diversità delle ombrelle: di solito al centro del fiore di carota selvatica è presente un piccolo fiore centrale che tende ad un colore che va dal fucsia, al viola e al nero. Una curiosità: dopo la fioritura i semi della carota selvatica (che in realtà sono piccoli frutti chiamati acheni) sono la parte più ricca di aromi e profumi della pianta. Oltre ad utilizzarli in cucina, vengono usati dagli erboristi per estrarre un olio essenziale dal profumo delicato: nell’aromaterapia quest’olio viene considerato utile per alleviare artriti e reumatismi, problemi ghiandolari e sindrome premestruale. L’olio di semi di carota viene inoltre utilizzato per la cura della pelle, come emolliente, antirughe e contro le piccole eruzioni cutanee. Al momento della fruttificazione è importante non confondere nuovamente le due piante e raccogliere per sbaglio i semi di cicuta, sarebbe un errore gravissimo.
Come faccio a non sbagliarmi?
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