Scienziati creano una rivoluzionaria bioplastica riciclabile all’infinito usando batteri

Gli scienziati americani del Berkeley Lab hanno ottenuto una bioplastica riciclabile all'infinito, partendo dai batteri. Il materiale appena sviluppato presenta proprietà addirittura migliori della plastica fossile che sta devastando gli ecosistemi terrestri

La plastica rappresenta una delle più grandi minacce del nostro Pianeta. I materiali che la compongono sono altamente inquinanti e difficili da smaltire o recuperare. E se ci fosse un’alternativa davvero sostenibile e riciclabile praticamente all’infinito? In realtà esist già. A crearla con successo un team di ricercatori del celebre Lawrence Berkeley National Laboratory californiano, che hanno inviduato la soluzione in alcuni batteri. Questi ultimi sono stati, infatti, impiegati per dar vita a una speciale bioplastica che prende il nome di poli(diketoenamine) o PDK.

Al contrario della plastica tradizionale, il PDK può essere ripetutamente scomposto in blocchi di costruzione incontaminati e riutilizzato per nuovi prodotti, senza perdere qualità. In una prima fase venivano impiegate sostanze petrolchimiche, ma dopo quattro anni di ricerche e di tentativi, gli scienziati sono riusciti a manipolare a livello ingegneristico l’Escherichia Coli per trasformare gli zuccheri delle piante. Partendo dal lattone dell’acido triacetico, chiamato bioTAL, hanno quindi prodotto un tipo di PDK biologico per l’80%.

Questa è la prima volta che i bioprodotti sono stati integrati per creare un PDK prevalentemente a base biologica –spiega  Brett Helm, primo autore dello studio apparso su Nature e ricercatore presso il Molecular Foundry del Berkeley Lab. – Ed è la prima volta una bioplastica mostra dei vantaggi rispetto all’utilizzo di prodotti petrolchimici, sia per quanto riguarda le proprietà del materiale che il costo di produzione su larga scala.

bioplastica riciclabile all'infinito

@Berkeley Lab

I settori di impiego della speciale bioplastica

Gli esperti che hanno portato avanti la ricerca sono convinti che si tratti di un materiale rivoluzionario per combattere l’inquinamento.

“Abbiamo dimostrato che il percorso verso il 100% di contenuto biologico nelle plastiche riciclabili è fattibile” aggiunge Jeremy Demarteau, uno scienziato del che ha contribuito allo sviluppo biopolimeri.

Questo speciale materiale plastico può essere impiegato in svariati settori per realizzare un’enorme quantità di prodotti, ad esempio adesivi, cavi per i computer o cinturini per orologi o ancora materiali da costruzione.

L’elemento sorprendente del PDK è la sua straordinaria resistenza – anche ad elevate temperature fino a 60°C – rispetto alla plastica di origine fossile. Questa caratteristica apre le porte al suo utilizzo anche per la produzione di articoli sportivi e cruscotti e paraurti per auto.

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Fonti: Berkeley Lab/Nature 

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