Al via il primo vaccino per api negli Usa: le proteggerà da una pericolosa malattia infettiva (ma non da cambiamento climatico e pesticidi)

La peste americana rappresenta una delle malattie più contagiose e letali per le api. Per proteggerle da questa patologia l'USDA degli Usa ha approvato il primo vaccino al mondo per questi insetti impollinatori essenziali per gli ecosistemi. Peccato, però, che questo non basterà a salvare le api dalle altre minacce legate alle attività umane...

Le api, organismi preziosissimi per la conservazione della biodiversità del nostro Pianeta, sono sempre più vulnerabili a causa dell’uso massiccio di pesticidi, dei cambiamenti climatici e delle varie malattie a cui sono esposte. Fortunatamente dall’America arriva una notizia rincuorante per il loro futuro.

Il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti ha dato il via libera al primo vaccino destinato alle api mellifere. L’obiettivo è quello di prevenire la peste americana, la più grave e diffusa patologia infettiva che colpisce questi insetti impollinatori, distruggendo intere colonie.

Tuttavia, – ahinoi – il vaccino non rappresenta un’ancora di salvezza per questi animali, considerate tutte le altre difficili sfide che si trovano ad affrontare a causa dell’uomo.

Un’arma in più contro la peste americana

Questa pericolosa malattia – diffusa anche sul tettitorio italiano – è causata da un batterio sporigeno, il Paenibacillus larvae (P. larvae): da una sola spora, dopo 30 minuti si forma il bacillo che, moltiplicandosi, nel giro di una giornata riesce ad originare altri 250 milioni di nuovi bacilli. Pensate che le spore della peste possono rimanere vitali per oltre 30 anni, quindi le conseguenze sulle api sono deleterie e a lungo termine.

Per tentare di arginare la diffusione di questo batterio, quindi, le autorità statunitensi hanno rilasciato  una licenza condizionale per il vaccino al suo produttore Diamond Animal Health lo scorso 29 dicembre.

“Speriamo che la disponibilità di questo prodotto aiuti nella prevenzione e/o nel trattamento della malattia della peste americana nelle api mellifere, dato il loro ruolo centrale nell’agricoltura americana (ad esempio per l’impollinazione)” ha dichiarato l’USDA.

La notizia è stata accolta con molto soddisfazione da chi opera nel settore dell’apicoltura, visto che finora le soluzioni adottate erano antibiotici e la distruzione per incenerimento delle colonie e dei favi colpiti.

“Questo è un entusiasmante passo avanti per gli apicoltori, poiché facciamo affidamento su un trattamento antibiotico che ha un’efficacia limitata e richiede molto tempo ed energia per essere applicato ai nostri alveari – ha commentato Trevor Tauzer, membro del consiglio della California State Beekeepers Association – Se riusciamo a prevenire un’infezione nei nostri alveari, possiamo evitare trattamenti costosi e concentrare le nostre energie su altri elementi importanti per mantenere in salute le nostre api.”

Come agisce il vaccino e perché non basterà per salvare le api

Ma come funziona il vaccino appena approvato per le api? A differenza di quelli tradizionali, non viene iniettato attraverso siringhe, ma mescolato nella pappa reale somministrato dalle api operaie all’ape regina.

Come spiega il suo produttore, in questo modo il vaccino  – che si troverà in commercio già da quest’anno negli Usa – va a depositarsi nelle sue ovaie e le larve nasceranno già immuni alla peste americana.

L’introduzione del vaccino rappresenta una svolta importante, ma non illudiamoci. La minaccia più grande per le api restiamo noi umani, che non stiamo facendo abbastanza per combattere i cambiamenti climatici e continuiamo a utilizzare nel settore agricolo sostanze pericolosissime per le api (oltre che per l’ambiente e la nostra salute).

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Fonti: CNN/Dalan Animal Health 

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