Trasporto animali vivi: documentata l’atroce odissea subita da milioni di agnelli per finire sulle nostre tavole durante le feste

L'inchiesta shock di Animal Equality mostra tutto l'orrore degli agnelli, trasportati vivi in Europa per poi essere destinati al macello 

L’inchiesta shock di Animal Equality mostra tutto l’orrore degli agnelli, molti dei quali di età inferiore a 6 mesi, trasportati vivi in Europa per poi essere destinati al macello 

Ammassati nei camion senza spazio per muoversi, lasciati senza cibo e acqua, costretti a temperature insopportabili: è il viaggio dell’orrore che ogni anno devono affrontare oltre tre milioni di agnelli in Europa per finire nel nostro piatto, specialmente durante le festività. Nel nostro Paese soltanto durante il periodo natalizio vengono macellati oltre 600.000 agnelli, la maggior parte proveniente da Paesi come Romania, Ungheria e Polonia.

I terribili viaggi possono durare giorni o addirittura settimane, che diventano interminabili e fonte di sofferenze indicibili anche per agnellini molto piccoli. L’84% degli ovini trasportati vivi, infatti, muore prima di raggiungere i 6 mesi di età. Questa è l’altra faccia, terrificante del Natale su cui ha acceso i riflettori una nuova inchiesta dell’organizzazione internazionale Animal Equality.

Nel corso di una settimana di indagini sul confine italo-sloveno, il team investigativo di Animal Equality, gli investigatori di AWF (Animal Welfare Foundation) e le Guardie Zoofile dell’ENPA sono riusciti a documentare il viaggio infernale a cui sono costretti ogni anno milioni di agnelli. Le immagini divulgate sono un pugno allo stomaco e mostrano tutta la crudeltà del trasporto di animali vivi. 

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I viaggi dell’orrore degli agnelli destinati ai macelli 

agnelli inchiesta natale

@Animal Equality

Agnelli ammassati e sottoposti a forte stress

L’inchiesta shock documenta centinaia di agnelli ammassati all’interno di un camion di quattro piani che belano e si agitano.

Si tratta di un indicatore di comportamento animale che indica forte stress, fame e sofferenza – commentano gli attivisti di Animal Equality – A solo poche settimane di vita sono infatti costretti ad un minimo di 19 ore di viaggio. 

Temperature intollerabili dentro i camion

I poveri agnelli non sono soltanto incapaci di muoversi per via degli spazi angusti. Nel corso degli accertamenti le forze dell’ordine hanno  rilevano una temperatura interna al camion in cui sono rinchiusi gli agnelli pari al minimo consentito dalla normativa sui trasporti. I trasporti di agnelli sono infatti permessi con temperature tra i 5 e i 30 gradi centigradi. In questo caso, i gradi riscontrati erano appena 6. Una temperatura intollerabile per gli agnelli. 

Animali assetati e agnellini strappati dalle madri prima dello svezzamento

Gli attivisti delle organizzazioni animalista hanno immortalato anche degli agnelli intenti a leccare il soffitto dei piani metallici sovrapposti all’interno del camion e le sbarre di contenimento laterale sulle fiancate del mezzo. Un segnale che dimostra che molto probabilmente non hanno avevano ricevuto un’alimentazione corretta. Ma non finisce qua. 

Offrendo agli agnelli  dell’acqua in abbeveratoio aperto, inoltre, è risultata evidente la loro incapacità di abbeverarsi nonostante i chiari segnali di sete – spiega Animal Equality – L’incapacità di abbeverarsi indica che si tratta con molta probabilità di agnelli non svezzati, quindi con capacità di nutrirsi solo attraverso la suzione, come avverrebbe con l’allattamento materno.

Infatti, è prassi che negli allevamenti gli agnellini vengano allontanati dalle loro madri ancor prima di essere svezzati. Così, sui camion non riescono ad abbeverarsi e nutrirsi correttamente.

“Il nutrimento a base di latte non può infatti essere somministrato in camion, come per gli adulti, ma deve essere predisposta una sosta per permettere l’alimentazione di tutti i cuccioli” sottolineano gli attivisti di Animal Equality. 

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Trasporto animali vivi: una crudeltà da abolire

I viaggi dell’orrore sul territorio dell’Ue non vedono protagonisti soltanto gli agnelli. Ogni anno sono più di un miliardo gli animali (fra cui polli, pecore, capre, cavalli, maiali e bovini) trasportati anche verso Paesi terzi.

“Come documentato dall’inchiesta che abbiamo realizzato, ancora una volta il trasporto degli animali vivi si dimostra un supplizio che provoca solo dolore e sofferenza sottoponendo inutilmente gli animali a un viaggio devastante prima di una fine ancora più tragica” ribadisce Alice Trombetta, direttrice di Animal Equality Italia. 

Ma fermare la crudeltà del trasporto di animali vivi non basta. È necessario rivedere anche i nostri sistemi alimentari. 

Se vogliamo veramente vogliamo mettere fine alle sofferenze di questi animali è necessario non soltanto garantire il rispetto delle normative sul trasporto, normative che peraltro andrebbero rese ancora più garantiste, ma, soprattutto, cambiare i nostri stili di vita. – fa notare Carla Rocchi, presidente nazionale dell’ENPA  – Perché alla base della sofferenza animale ci sono sempre l’industria e il commercio della carne. E se c’è una cosa che questo periodo storico così complesso dovrebbe averci insegnato è che queste scelte di vita non sono più sostenibili. 

In Europa lo scenario per milioni di animali trasportati vivi potrebbe cambiare già a partire dal prossimo anno. Lo scorso 2 dicembre, infatti, la Commissione ANIT del Parlamento europeo ha approvato il suo report, in cui si chiede l’introduzione di regole più ferree e più chiare per tutelare agnelli, suini e altri animali d’allevamento destinati al macello. Tra le proposte avanzate rientrano anche l’installazione di telecamere a circuito chiuso sui camion e di dispositivi che monitorano anche il tasso di umidità e di ammoniaca. 

A gennaio 2022 toccherà al Parlamento europeo voterà circa le nuove raccomandazioni presentate ed entro il 2023 la Commissione è chiamata a proporre nuove norme sul trasporto di animali vivi in Europa. Nel frattempo, Paesi come il Regno Unito e Nuova Zelanda hanno annunciato di voler vietare il trasporto di animali vivi.

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Fonte: Animal Equality

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