Cosa ha ucciso davvero gli storni morti in massa a Roma a Capodanno

Nonostante le raccomandazioni e i divieti, i botti non sono mancati nemmeno quest'anno e a Roma hanno causato la morte di centinaia di storni

La strage di storni a Roma è stata davvero causata dai botti di Capodanno. Nonostante le numerose raccomandazioni e nonostante l’ordinanza comunale emanata per vietarli, i cittadini non hanno rinunciato a festeggiare l’inizio del nuovo anno senza fuochi, petardi, razzi e altri giochi pirotecnici.

Il risultato si è mostrato davanti agli occhi di tutti, con centinaia si uccelli morti e feriti, riversati sull’asfalto lungo tutta l’area attorno alla stazione Termini di Roma.

Le immagini della terribile strage sono diventate immediatamente virali e, sebbene le cause della morte fossero intuibili fin da subito, molti hanno pensato si trattase di una fake news e che dietro il massacro degli storni ci fosse altro.

A rispondere ai tanti dubbi ci ha pensato Lipu, nota associazione impegnata da anni nella difesa degli uccelli e della biodiversità:

“In quel punto c’è un grosso dormitorio, gli storni sono animali sociali e la notte formano dei dormitori sulle alberature che possono arrivare a contare molte migliaia di individui. Ieri notte l’esplosione dei botti ha spaventato gli animali che si sono alzati in volo contemporaneamente, in maniera disordinata e al buio e molti individui hanno sbattuto tra di loro e contro i fili sospesi e le barriere architettoniche tipiche del centro città. Questo ha causato la morte di un centinaio di individui e il ferimento di altri”, spiega l’associazione.

Ma se i botti ci sono sempre stati, perché negli anni passati non abbiamo assistito a simili stragi?

“Gli storni negli ultimi anni hanno diminuito la loro presenza in centro a Roma, forse anche come conseguenza degli interventi di dissuasione operati ormai da quasi venti anni. Negli ultimi due anni, al 31 dicembre, non c’era nessun dormitorio presente o comunque non così numeroso. Quest’anno invece gli storni sono tornati al centro di Roma e non essendo stato fatto nessun intervento di dissuasione sono rimasti sul posto fino ad oggi in grandissimi numeri. E’ per questo motivo che è successo quest’anno. Episodi simili si sono registrati comunque anche negli anni passati soprattutto tra il 2003 e il 2010 quando la presenza di questi animali a Roma era davvero importante.”, la risposta di Lipu.

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I poveri storni sono dunque morti in massa a causa dei botti e le immagini della strage dovrebbero farci riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni: i botti che facciamo esplodere con superficialità, causano enormi danni ambientali, spaventano e uccidono animali domestici e selvatici e sono pericolosi per tutti. Secondo Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali), è arrivato il momento di vietarne la vendita, anziché l’utilizzo.

“Ogni anno non facciamo che ripeterlo: la vendita di petardi e fuochi d’artificio va vietata e le aziende riconvertite. Le ordinanze sono inutili, di fatto i controlli non esistono e ogni anno contiamo centinaia di esemplari morti e feriti tra la fauna selvatica e tanti animali domestici feriti o smarriti a causa dei botti e della distrazione dei proprietari. È tempo che il legislatore rimedi a tale scempio che colpisce anche gli umani. È questione di salute, ordine pubblico e, soprattutto, di civiltà”, il commento Massimo Comparotto, presidente dell’organizzazione.

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