Pet food: ancora tracce di DDT trovate nei prodotti per gli animali secondo l’ultimo rapporto EFSA sui pesticidi

Amara sorpresa nel cibo per animali: nel pet food venduto in Europa sono stati rilevati residui di pesticidi come i pericolosi DDT ed esaclorobenzene (anche se nella maggior parte dei casi entro i limiti previsti dalla legge).

Gli alimenti pensati per cani, gatti e gli altri animali domestici sono davvero privi di sostanze potenzialmente nocive per la loro salute? Da quanto emerge dall’ultimo report dell’Efsa sulle tracce di pesticidi nei cibi la situazione non è esattamente rosea, anzi. Nel rapporto vengono presi in esame gli alimenti destinati al consumo umano, ma anche quelli per gli animali domestici messi in commercio nei vari Paesi europei.

In totale i campioni di pet food analizzati nel corso del 2020 sono stati 12.142. Di questi 11.167 (il 92%) sono risultati privi di residui di sostanze chimiche, in 830 campioni (pari al 6,8%) sono stati rilevati uno o più pesticidi inferiori o entro i limiti consentiti dalla legge. Invece, 145 campioni di alimenti superavano i limiti.

I pesticidi rilevati nel cibo per animali

Tra le sostanze controverse rilevate spiccano il famigerato insetticida DDT (vietato da decenni sia negli Usa che in Europa e classificato come potenzialmente cancerogeno dall’International Agency for Research on Cancer), l’esaclorobenzene (pericoloso fungicida vietato nell’Ue dal 2004) e il tiacloprid (insetticida appartenente alla famiglia dei neonicotinoidi, messo al bando dall’Europa dal 2019).

Per quanto riguarda i residui di pesticidi entro i limiti stabiliti dalla legge, nel dettaglio queste sono le sostanze trovate:

  • composti di rame (in 488 campioni)
  • DDT, specialmente negli alimenti a base di branzino, salmone e aringhe), (in 131 campioni)
  • esaclorobenzene (in 118 campioni)
  • tiacloprid (in 88 campioni)
  • mercurio (in 52 campioni)

Invece, i pesticidi rilevati nel pet food che presentavano un quantitativo superiore al livello considerato “sicuro” sono:

  • composti di rame (43 campioni), principalmente negli alimenti a base di fegato di bovino e nel miele
  • ione bromuro  (42 campioni), soprattutto nei cibi a base di fegato bovino e nel miele (14 campioni)
  • BAC, ovvero il cloruro di benzalconio usato come disinfettante nell’industria alimentare  (13 campioni)
  • DDAC, ovvero cloruro di didecildimetilammonio utilizzato come disinfettante nell’industria alimentare in alimenti a base di fegato di bovino nei prodotti cremosi (8 campioni)
  • clordecone (insetticida tossico usato in passato principalmente nelle colture di banane e vietato nell’UE) nelle uova di gallina (8 campioni)
  • clorfenvinfos (acaricida organofosforato bandito dal mercato europeo dal 2003 per la sua pericolosità) nel miele

Insomma, ad essere contaminati dai pesticidi non sono soltanto gli alimenti che portiamo sulle nostre tavole. Anche il pet food riserva delle amare sorprese, come hanno confermato anche numerose indagini condotte sui cibi per animali domestici venduti in Italia da marchi noti.

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Fonte: Efsa

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