Maiali di Cuori Liberi: i veterinari scrivono all’Ordine condannando la violenza avvenuta nel santuario

Cuori Liberi: i veterinari condannano i tristi fatti accaduti nel rifugio in provincia di Pavia scrivendo all'Ordine. Il loro è un invito alla riflessione, al considerare gli ospiti dei rifugi come animali da compagnia e non destinati alla produzione alimentare e, non per ultimo, a porre fine alle persecuzioni di animali, selvatici e non, che stanno avvenendo in Italia

Pumba, Crusca, Dorothy sono alcuni dei nomi dei maiali che vivevano nel santuario Cuori Liberi di Sairano, in provincia di Pavia, uccisi senza pietà nella loro casa. Così è stato decretato dalle ordinanze per eradicare la peste suina africana in Lombardia e in Italia e così è avvenuto in episodi di efferata violenza.

Erano animali sani, felici, accuditi dallo staff dei volontari. Sono morti tra strazianti urla di paura e di dolore come le ultime terrificanti grida di Pumba, il maialino scodinzolante del rifugio.

Quanto accaduto non può essere ignorato o dimenticato e anche i medici veterinari che hanno seguito la vicenda dall’esterno hanno condannato i fatti di Sairano chiedendosi perché non siano state prese in considerazione soluzioni alternative all’abominevole abbattimento.

Quasi un centinaio di professionisti del campo ha firmato e inviato un comunicato congiunto all’Ordine dei Medici Veterinari per mantenere alta l’attenzione sul tema. Le loro opinioni sono una voce fuori dal coro, uno spunto di riflessione che tutti dovrebbero leggere.

Il testo è il seguente:

Gentili colleghi,

in qualità di Medici Veterinari vogliamo esprimere la nostra preoccupazione per quanto accaduto il giorno 20/09/23 al rifugio “Progetto Cuori Liberi” di Zinasco in provincia di Pavia, e la piega politica sempre più evidente di persecuzione degli animali, includendo sia gli animali non DPA come i suidi del Santuario, sia i selvatici, come lupi, orsi e cinghiali.

In coscienza, ci chiediamo se tutto questo poteva essere evitato con un passo in avanti anche da parte della nostra categoria. La violenza che trapelava dai video (almeno da quelli pubblicati sui social) è stata per noi ingiustificata ed eccessiva, e, oltre a smuovere l’opinione pubblica e richiamare l’attenzione anche fuori dal nostro paese, ha generato un vero e proprio conflitto all’interno della società.

Riteniamo doverosa una riflessione sul nostro ruolo e un ripensamento di fronte a certe situazioni che richiedono e richiederanno sempre più la nostra attenzione. Dobbiamo tener presente che questi animali, fino ad ora considerati solo e soltanto merce zootecnica, stanno diventando animali da compagnia al pari di cani, gatti e conigli. Anche l’opinione pubblica conosce ormai le caratteristiche etologiche di questi animali, che vanno ben oltre le possibilità che essi hanno di espressione all’interno di un allevamento intensivo: i maiali sono infatti animali socievoli, con un’organizzazione sociale complessa e con spiccate capacità cognitive.

Gli animali dei rifugi sono di fatto animali da compagnia, registrati come animali NDPA e riconosciuti, nel sentire comune, come veri e propri pets e, nel caso di effettiva necessità, auspichiamo una soppressione nel loro rispetto e nel rispetto di chi li ha accuditi e amati come ognuno di noi ama il proprio cane e gatto. Una parte della nostra professione si propone di curare gli animali con tutti gli strumenti a disposizione della medicina, educare al rispetto dell’ “altro”, tutelare la salute pubblica, annoverando sotto questa voce le attività di sostegno psicologico, quali gli interventi assistiti con gli animali, interventi svolti anche nei santuari, le attività di soccorso civile, e così via, lasciando la tutela dell’economia degli allevamenti intesivi a chi di questi aspetti si occupa.

Auspichiamo inoltre, anche nell’interesse e rispetto della nostra professione, che venga istituito un tavolo tecnico per considerare la possibilità di gestioni alternative, sia di cura che di trattamento di fine vita, in rifugi e santuari, realtà che stanno crescendo non solo sul territorio nazionale, ma in tutto il mondo, e che rendono quindi necessaria la collaborazione della nostra categoria con altre figure professionali, al fine di colmare i vuoti normativi esistenti, a favore dei Santuari e dei loro ospiti”

A condividere il comunicato è stata Michela, veterinaria vegana e appassionata di cucina vegetale che ha invitato altri colleghi a farsi avanti e a contattarla per aggiungere la propria firma.

https://www.instagram.com/p/CyBYf6ZIRuO/?igshid=MzRlODBiNWFlZA%3D%3D

Sabato 7 ottobre si terrà a Milano una mobilitazione nazionale per chiedere giustizia per i maiali di Cuori Liberi. Nel capoluogo lombardo sono attese migliaia di persone da tutta Italia.

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Fonte: veganwannabe2022/Instagram

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