La peste suina africana è sempre più fuori controllo: strage di maiali e cinghiali negli allevamenti della Lombardia

Il virus della peste suina africana galoppa a ritmi veloci in Lombardia. Autorizzata la mattanza di centinaia di maiali e cinghiali, dopo la scoperta di nuovi focolai in provincia di Pavia. Il sacrificio di queste vittime innocenti ci sbatte in faccia tutta l'insostenibilità (e la pericolosità) dei sistemi intensivi

La peste suina africana (Psa) continua a far paura e a mietere vittime fra gli animali selvatici e non solo. Dopo essersi diffuso fra Piemonte, Toscana, Lazio, Sardegna, Campania Liguria, il virus è arrivato in Lombardia lo scorso giugno. Adesso, però, in questa Regione settentrionale il quadro si sta facendo sempre più critico. Infatti, negli ultimi giorni in provincia di Pavia si sono moltiplicati i focolai di Psa, che hanno portato ad abbattimenti di massa di suini e cinghiali destinati al consumo umano, come previsto dalla normativa in materia.

Il primo è stato scoperto in un allevamento allevamento a conduzione familiare nell’Oltrepò Pavese, dove è stata riscontrata la positività sia nei maiali che nei cinghiali, mentre gli altri due in allevamenti intensivi nella zona di Zinasco, in cui erano rinchiusi un totale di 3300 esemplari.

Dalle prime investigazioni è emerso che diverse morti sospette erano avvenute in uno degli stabilimenti di Zinasco già agli inizi di agosto. Per far luce sul caso la Procura di Pavia ha aperto un fascicolo d’indagine: ad essere indagati il titolare dell’azienda suinicola e il veterinario per non aver segnalato alle autorità competenti l’aumento della mortalità fra gli animali. Questa omissione, infatti, avrebbe contribuito alla diffusione del virus altamente contagioso.

Le nuove restrizioni adottate dalla Lombardia per contenere la diffusione della Psa

Mentre prosegue l’attività di monitoraggio nelle strutture a rischio, alla luce del quadro critico la Regione Lombardia ha alzato il livello d’attenzione, introducendo delle restrizioni più rigide in modo da contrastare la diffusione della Psa.

Nella zona entro 10 km dagli allevamenti, in cui sono state riscontrate positività al virus, è stato vietato il trasporto di suini sia in ingresso che in uscita; mentre nel resto della Lombardia gli spostamenti saranno autorizzati a seguito di visite cliniche e campionamenti di materiale biologico. Analoghe misure sono state adottate anche in Emilia-Romagna e Veneto.

Serve parlare chiaro perché le regole sono altrettanto chiare. – ha ribadito Alessandro Beduschi, assessore di Regione Lombardia all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste – Nessuna misura di contenimento può essere davvero efficace se, come si è verificato nel caso riscontrato sabato 26 agosto a Zinasco (PV), comportamenti irresponsabili e mancate comunicazioni alle autorità sanitarie impediscono un intervento tempestivo, rischiando di mettere in pericolo tutto il comparto suinicolo regionale.

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Così come l’influenza aviaria, negli ultimi tempi la peste suina africana sta mettendo in allarme il settore zootecnico di diversi Paesi europei, sempre più in difficoltà a gestire i focolai. Sono decine di milioni gli animali sterminati negli allevamenti del Vecchio Continente.

Polli, suini, cinghiali e tacchini sono vittime sacrificali di un sistema intensivo che è palesamente insostenibile, crudele e pericoloso per la nostra salute. Come suggerito da diversi studi, questi luoghi disumani – fatti di gabbie affollatissime – sono delle potenziali bombe ad orologeria da cui potrebbero originarsi nuove pandemie.

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Fonti: Regione Lombardia/SIVeMP

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