La Cina cede alla pressioni del Canada e apre il mercato ai prodotti derivati dalla caccia alle foche

Nonostante il crollo economico della caccia commerciale delle foche dovuto soprattutto dalla messa al bando in Europa del commercio di prodotti derivati da tale attività (pellicce, pelli, grasso, carne, olio, omega 3) sancito con il Regolamento UE N. 1007/2009 (G.U. U.E. L286 del 31/10/2009), il Governo Canadese nella persona del ministro federale della Pesca Gali Shea, dopo aver fallito nel vecchio continente, è riuscito a convincere i Paesi Asiatici ed in particolar modo la Cina dell’importanza e soprattutto della non crudeltà della caccia, ai fini commerciali, delle foche ed a riaprire il commercio dei prodotti di foca messi al bando proprio dall’Unione Europea.

Nonostante il crollo economico della caccia commerciale delle foche dovuto soprattutto dalla messa al bando in Europa del commercio di prodotti derivati da tale attività (pellicce, pelli, grasso, carne, olio, omega 3) sancito con il Regolamento UE N. 1007/2009 (G.U. U.E. L286 del 31/10/2009), il Governo Canadese nella persona del ministro federale della Pesca Gali Shea, dopo aver fallito nel vecchio continente, è riuscito a convincere i Paesi Asiatici ed in particolar modo la Cina dell’importanza e soprattutto della non crudeltà della caccia, ai fini commerciali, delle foche ed a riaprire il commercio dei prodotti di foca messi al bando proprio dall’Unione Europea.

Come dichiara Simone Pavesi responsabile nazionale della Lav nel settore pellicceLa Cina, già sotto accusa per le crudeli condizioni in cui vengono trattati gli animali per la produzione di pellicce, non deve assumersi anche questa grave responsabilità etica nel sostenere il massacro delle foche in CanadaSappiamo che già più di una quarantina di associazioni animaliste cinesi stanno lavorando per cancellare questo accordo con il governo canadese, e le sosterremo affinché possano seguire l’esempio dell’Unione Europea che ha vietato il commercio di prodotti di foca”.

E proprio grazie al nuovo Regolamento Ue, frutto di una forte mobilitazione della LAV, che in Italia prevede sanzioni come l’arresto da tre mesi ad un anno o l’ammenda da 5.000 a 100.000 euro per chi produce, commercializza, esporta o introduce nel territorio nazionale prodotti derivanti dalla foca (Legge 189/04 articolo2), il prezzo delle pelli di foca è crollato dai 100 dollari ai 10 in pochi anni.

Inoltre solo in Italia nel 2009 il consumo di pellicceria ha rappresentato solo il 2,6% del consumo totale di abbigliamento ed è diminuito del 22% (contro il -10% dell’abbigliamento). Finalmente oggi le donne italiane che dichiarano di indossare una pelliccia sono diminuite dagli 8 milioni del 2002 a 2,6milioni.

Anche se i numeri parlano chiaro il Governo Canadese invece di invece di rilanciare l’economia locale con nuove attività sostenibili e rispettose per gli animali continua a difendere tale attività commerciale che ha causato solo nel 2010 la morte di 400.000 foche per lo più cuccioli incapaci di difendersi e di fuggire.

Gloria Mastrantonio

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