Evviva! In Italia sta tornando la lontra: la “signora dei fiumi” si rivede in Friuli, Veneto e Trentino Alto Adige

In Italia la lontra è considerata una specie a rischio estinzione e si trova soprattutto in alcune Regioni centro-meridionali. La sua popolazione è stimata approssimativamente in 800-1000 individui, ma a piccoli passi stanno aumentando un po' dappertutto

Uno dei mammiferi più rari d’Europa, la lontra, sta tornando in Italia! Un nuovo monitoraggio conferma infatti il ritorno della specie sull’arco alpino in Regioni dalle quali era stata data per scomparsa per decenni, come Friuli- Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Liguria e per il centro è ricomparsa nel Lazio e nelle Marche.

Una presenza che va ad aggiungersi alla popolazione meridionale, quella che si è mantenuta nel tempo in Campania, in Basilicata, in Puglia, in Calabria, in Abruzzo e in Molise.

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Anche alla luce del nuovo monitoraggio la stima attuale della popolazione di lontra in Italia si mantiene sui 800-1.000 individui, un numero comunque ancora ben al di sotto del limite vitale minimo che considera 4.000-5.000 individui per metterla in sicurezza.

Sono i dati che emergono dal Progetto Lontra promosso e finanziato dal WWF Italia, in collaborazione con l’Università del Molise, e per il quale sono stati setacciati per circa 18 mesi centinaia di chilometri lungo 35 bacini idrografici, tra cui Po, Tevere, Tagliamento, Adige, Isonzo, Magra, Arno, Ombrone, Liri-Garigliano, in cerca delle tracce di presenza e in particolare dei cosiddetti spraint (gli escrementi), caratteristici della specie.

Cosa ha favorito il “ritorno al nord” della “signora dei fiumi”

Tra i fattori che hanno favorito il “ritorno al nord” della lontra, lo sconfinamento di esemplari provenienti dall’Austria, Slovenia e Francia: i fiumi infatti sono formidabili corridoi ecologici naturali se si mantiene il loro stato di naturalità. Invece i segnali positivi di Lazio e Marche fanno ipotizzare ad una naturale espansione delle lontre dai bacini confinanti occupati da questa specie.

Per ora nessuna traccia invece in Piemonte (tranne un nucleo reintrodotto nel Parco regionale del Ticino), in Toscana, in Umbria e in Emilia-Romagna, anche se in quest’ultimo caso c’è stata qualche segnalazione – si legge nel report. Una delle ipotesi che si sta monitorando è la possibilità che la lontra utilizzi anche il mare per spostarsi da un bacino all’altro della parte peninsulare: sono, infatti, sempre più frequenti le segnalazioni di esemplari che sostano nei porti, nuotano vicino le spiagge o vengono avvistate vicino alle isole.

lontra

©F. Cianchi

Un ruolo importante per questo ritorno è dato anche dalla presenza di aree protette create in questi anni, ma le minacce rimangono tante: gli attraversamenti stradali che accomunano le lontre, almeno 50 negli ultimi anni, investite dalle auto, a tanti altri mammiferi protetti come orsi, lupi, la frammentazione dei fiumi e il degrado degli habitat fluviali e ripariali. La tutela delle specie simbolo della nostra biodiversità è tra gli obiettivi della campagna Our Nature del WWF.

I risultati completi del monitoraggio prodotto dal Progetto Lontra verranno presentati il prossimo 29 maggio – in occasione dell’Otter Day – la Giornata internazionale della lontra: in quell’occasione il WWF e i partner coinvolti lanceranno una nuova proposta per aggiornare l’attuale Piano Nazionale (PACLO) purtroppo ancora oggi disatteso.

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