Cosa sono i santuari per animali, i rifugi permanenti dove lo sfruttamento NON è di casa

Hai mai sentito parlare di santuari di animali? Cosa sono esattamente questi luoghi? Quali sono i loro valori? In Italia ve ne sono diversi, tutti uniti da una missione: riabilitare gli ex animali da reddito, garantire loro la migliore vita possibile e sensibilizzare il prossimo

Siamo abituati a pensare agli animali in categorie, facendo distinzione tra specie e specie. Cani e gatti fanno parte delle nostre vite e delle nostre case come animali domestici. Mucche, maiali, galline, agnelli sono invece esemplari da reddito allevati in stabilimenti e fattorie per poi essere macellati.

Non in tutti i centri gli animali però vengono sfruttati e uccisi per la loro carne. Vi sono infatti i santuari, veri e propri ricoveri per gli animali di allevamento provenienti da differenti realtà.

Ma che cos’è esattamente un santuario? Ha riconoscimento giuridico? Quali sono i requisiti che una struttura deve rispettare per poter essere un santuario? E i suoi valori?

Cos’è un santuario?

Un santuario è un luogo di pace e tranquillità, in cui vengono accolti gli ex animali da reddito. Nasce da una situazione di emergenza per poter riscattare animali sequestrati da allevamenti, maltrattamenti, ceduti.

L’obiettivo del santuario è garantire ai suoi ospiti una permanenza serena e felice, priva di qualsiasi tipo di sfruttamento e allo stesso tempo insegnare al prossimo il rispetto per ogni forma di vita. Gli animali non sono di nostra proprietà.

Cosa dice la legge?

Per circa 10 anni, i santuari sono stati considerati al pari degli allevamenti anche se allevamenti non sono mai stati. A giugno 2023 è arrivato il tanto atteso riconoscimento giuridico del Ministero della Salute secondo il quale i santuari non classificati come rifugi permanenti.

Nel Manuale operativo inerente alla gestione e al funzionamento del sistema di identificazione e registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, si parla per la prima volta in assoluto di “santuari” per animali.

Chi gestisce un santuario?

Un santuario è un rifugio gestito da un’associazione, un ente o una fondazione senza scopo di lucro che, tenendo conto delle esigenze delle singole specie ospitate, si impegna a ricreare un ambiente il più naturale e accogliente possibile così che gli animali possano avere la migliore qualità di vita.

Gestire un santuario è molto dispendioso sia in termini economici che di sforzi che le attività da svolgere prevedono. Prendersi cura di tanti animali è infatti una grandissima responsabilità. I santuari si finanziano grazie ad eventi benefici, adozioni a distanza e donazioni.

In Italia, i principali rifugi e santuari hanno aderito alla Rete dei Santuari di animali liberi, una aggregazione che unisce le forze di tutti i volontari per portare avanti la propria missione.

La Carta dei Valori

La Rete dei Santuari di animali liberi ha stilato una Carta dei Valori, che riassume i punti fondamentali affinché un luogo possa essere considerato un santuario. 9 sono i suoi articoli:

  • Art. 1: gestione rispettosa e trasparente della struttura affidata a un’associazione, un ente o una fondazione senza scopo di lucro; scelta di vita nonviolenta, antispecista e vegan
  • Art. 2: garantire ampi spazi, buon cibo, cure mediche e le esigenze specie-specifiche a tutti gli animali ospiti favorendo, dove possibile, la convivenza interspecifica
  • Art. 3: l’arrivo di ogni nuovo ospite non deve mai avvenire dietro il riscatto economico degli animali per non finanziare la sofferenza di altri animali
  • Art. 4: le nascite devono essere assolutamente bloccate per non togliere spazi preziosi per altri soggetti esterni in difficoltà
  • Art. 5: piena libertà per gli animali di fare ciò che vogliono, quando vogliono. Nessun soggetto deve essere utilizzato in alcun modo
  • Art. 6: apertura verso l’esterno per sensibilizzare le persone a un maggiore rispetto nei suoi degli animali visti come bestiame
  • Art. 7: vietati atteggiamenti discriminatori e/o atteggiamenti violenti di qualsiasi genere
  • Art. 8: eticità, rispetto, tutela, nonviolenza sono i principi cardine nella scelta di partners, fornitori e collaborazioni
  • Art. 9: comunicazione nonviolenta e consenso per tutte le decisioni da prendere collettivamente

Attraverso la Carta dei Valori, la Rete dei Santuari mira a sensibilizzare le persone in un’ottica di cambiamento dell’approccio agli animali. È una rivoluzione pacifica che fa leva sull’empatia. Il cambiamento può avvenire in ciascuno di noi.

Massimo Manni, gestore del santuario Capra libera tutti, è forse l’esempio più lampante. Da allevatore pentito, ha dato una svolta alla sua vita e a quella degli animali che commerciava. Così ha creato una casa per quasi 500 animali, una comunità dove tutti possono essere riabilitati.

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Fonte: Rete dei Santuari di animali liberi

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