Carne di balena venduta nei distributori automatici: orrore in Giappone

In Giappone la carne di balena finisce persino nei distributori automatici: negli ultimi tempi ne sono comparsi diversi fra Tokyo e Yokohama. Una strategia di marketing che sta facendo discutere e sta riaccendendo i riflettori sulla folle caccia di questi cetacei preziosi per l'ecosistema oceanico

È polemica in Giappone, dove di recente sono apparsi dei distributori automatici in cui vengono venduti sashimi, bistecche e altri prodotti, tutti a base di carne di…balena, proveniente dai poveri cetacei proviene dalle controverse battute di caccia che purtroppo ancora rappresentano una pratica radicata nel Paese nipponico.

A lanciare i distributori in vari punti vendità è la società Kyodo Senpaku, nota per il business sanguinario legato alla mattanza dei giganti degli oceani. L’ultimo negozio senza personale è stato inaugurato lo scorso martedì nella città di Yokohama.

distributori carne balena

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Indossando un cappello a forma di balena (come se il tutto fosse divertente), il presidente della società, Hideki Tokoro, ha accolto i clienti, svelando i distributori automatici che vendono prodotti che vanno da un costo di 1.000 yen (circa 7 euro) a 3.000 yen (circa 21 euro).

Di recente l’azienda ha aperto altri due punti a Tokyo e ha in programma di raggiungere quota 100 negozi nell’arco dei prossimi cinque anni.

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Un tentativo di riaccendere l’interesse verso la carne di balena

Le immagini delle macchinette automatiche con carne di balena sono diventate virali sui social e stanno dividendo l’opinione pubblica. Secondo gli attivisti ambientali e i conservazionisti, si tratta di un tentativo disperato di incentivare il consumo della carne di questi cetacei, visto che negli ultimi anni ha perso la sua popolarità.

Nel 2021 in tutto il Giappone ne sono state consumate appena 1000 tonnellate (contro i 2,6 milioni di tonnellate di pollo e 1,27 milioni di manzo) secondo quanto riportano dati governativi. Un dato decisamente irrisorio rispetto alle 233mila tonnellate consumate dai giapponesi nel 1962, quando i prodotti a base di balena erano molto richiesti.

“La maggior parte dei giapponesi non l’ha mai provata. Quindi come può essere qualcosa che chiami cultura nazionale se se a nessuno interessa davvero partecipa davvero?” fa notare Katrin Matthes, responsabile dell’ente for Whale and Dolphin Conservation (WDC).

“Solo un piccolo ma influente gruppo di politici e figure legate all’industria baleniera guida gli interessi della caccia alle balene nel Paese”, ribadisce Astrid Fuchs, attivista di Whale and Dolphin Conservation. – Questo ultimo cinico stratagemma di vendita arriva in un momento in cui l’Agenzia per la pesca in Giappone mira ad espandere le quote di cattura di balene della nazione in circa due anni e possibilmente aumentare l’elenco delle specie che possono essere uccise”.

Nonostante lo scarso interesse della popolazione nipponica verso la carne di balena, ogni anno centinaia di esemplari vengono uccisi brutalmente per fini commerciali. In realtà la Commissione baleniera internazionale – un organismo globale che si occupa di conservazione di questi cetacei – ha vietato la pratica della caccia nel 1986, dopo che alcune specie si sono avvicinate all’estinzione. Nonostante ciò, il Giappone ha continuato a portare avanti questa folle e crudele tradizione.

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Fonte: Reuters

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