Perché il Pitbull, Rottweiler e Dogo argentino sono considerati cani pericolosi?

Esistono razze canine più aggressive di altre e perché il Pitbull, il Rottweiler e il Dogo argentino sono ritenuti cani pericolosi a priori al punto da vietare ai cittadini di adottare uno di questi esemplari in vari Paesi del mondo?

Molossoidi come il Rottweiler e Dogo argentino, ma anche terrier come il Pitbull sono cani apprezzati da molti per la loro forza e il loro coraggio e altrettanto temuti proprio per queste caratteristiche. C’è chi alla sola vista cambia marciapiede o tira a sé il proprio bambino, spaventato dall’aspetto e dalla cattiva nomea che precede queste razze canine.

In alcuni Paesi del mondo, come la Norvegia, questi e altri cani sono vietati per legge poiché ritenuti un pericolo. Lo stesso avviene a Ghaziabad, in India, dove le tre razze sono state messe al bando a seguito di spiacevoli avvenimenti.

Ma perché Pitbull, Rottweiler e Dogo argentino vengono considerati pericolosi rispetto ad altri cani? La risposta è nella loro evoluzione. Il Pitbull o American Pit Bull Terrier, razza non riconosciuta nel nostro Paese, nasce come cane da lavoro e da combattimento.

Il termine “pit” si riferisce, infatti, all’arena in cui si svolgevano questi eventi crudeli. La conformazione fisica di questo cane, mandibola ben sviluppata, collo possente, arti forti e muscolosi, corrispondeva perfettamente al prototipo di cane da combattimento che gli allevatori cercavano.

La storia del Rottweiler e del Dogo argentino non è poi molto diversa anche se questi possenti esemplari dal forte istinto sono stati utilizzati però come guardia sia per affiancare i lavoratori (come nel caso del Rottweiler) che a protezione del bestiame.

La mole dell’animale doveva intimorire eventuali ladri e tenere lontani i predatori naturali. Per essere scattanti e indomiti questi cani sono stati addestrati in modi anche piuttosto contraddittori. Da qui la loro indole definita spesso come “controversa”.

Questi cani vengono descritti nei rispettivi standard come ” sicuri di sé, competitivi”. Richiedono tutti e tre un’educazione gentile ma decisa affinché sia chiaro il ruolo del capobranco. Questo tipo di educazione e l’impegno che questi cani richiedono purtroppo vengono sottovalutati da molte famiglie.

A volte sono proprio gli stessi proprietari a incentivare comportamenti che potrebbero essere problematici e confluire in ferocia e aggressività. Proprio questi possono tramutarsi in attacchi pericolosi vista la forza delle tre razze.

Il comportamento dell’animale, come dicevamo, è l’insieme di più componenti. Poiché l’aggressività non è legata a una razza canina in particolare, non si dovrebbe parlare di razze pericolose quanto focalizzarsi invece sui singoli episodi. A dirlo sono proprio i veterinari.

Il comportamento di un cane è in parte il risultato delle sue caratteristiche ereditarie, ma l’allevamento e l’addestramento forniti dal proprietario sono più importanti per il modo in cui si comporta un cane. Riteniamo che sia più importante prendere di mira singoli cani aggressivi piuttosto che individuare un particolare tipo di cane come pericoloso” specifica la British Veterinary Association.

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