Questo dolce pastore tedesco è il primo cane cieco a far parte della Protezione Civile (e la sua storia ti commuoverà)

Marley è il primo cane cieco in Italia a diventare soccorritore: farà il soccorritore per la ricerca delle persone scomparse in superficie

Marley, un cane pastore tedesco nato cieco in un allevamento, avrebbe potuto fare una fine tristissima. Era infatti stato abbandonato in un canile a Bari, ma poi è stato adottato da Carlotta e Marco, una coppia della provincia di Pisa che lo ha scelto senza pensarci due volte.

Con loro ha avuto una nuova vita, letteralmente. Ha infatti sviluppato gli altri sensi ed è diventato dapprima cittadino onorario di Marina di Ravenna e oggi è il primo cane cieco ad entrare a far parte della Protezione Civile come soccorritore, addestrato a trovare le persone scomparse in superficie grazie al suo fiuto.

E non solo. Oltre ad essere una star dei social grazie alle sue pagine su Facebook e Instagram dove le sue “avventure” sono seguitissime, ha anche indossato per la prima volta l’imbrago da salvataggio entrando a far parte della squadra SICS Firenze – Forte dei Marmi.

Il merito va ai suoi padroni che non si sono mai arresi

Marley ora è un cane completo: corre, gioca con la palla e addirittura salta i fossati. Tutto questo grazie ai suoi amici umani che, nonostante le “porte in faccia” ricevute da diversi addestratori che sostenevano che un cane cieco non avrebbe potuto fare nulla, non hanno mai mollato.

La svolta è arrivata qualche tempo fa, quando hanno consigliato loro di iscriverlo ad un corso di “mantraining”, ovvero l’attività di ricerca di persone. Così il suo padrone Marco e Marley hanno iniziato ad allenarsi insieme, in un’avventura che li ha uniti ancor di più.

Alla fine sono riusciti ad ottenere ottimi risultati e i due sono stati notati dalla Vab Toscana, che ha invitato il pastore tedesco a unirsi alla squadra. Marley si è allenato ad Empoli due volte alla settimana in una scuola di educazione cinofila per ottenere il brevetto per la ricerca di persone scomparse in superficie, con il guinzaglio a dimostrazione che la disabilità non è affatto un limite.

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