Cosa sfugge alla Lucarelli sulla vicenda del piccolo Ragù, sbranato da un cane di taglia grande

A Bologna una cagnolina di nome Ragù è stata uccisa da un molossoide e sui social scoppia la polemica per i cani di taglia grande ritenuti aggressivi. Sulla vicenda è intervenuta Selvaggia Lucarelli, dicendo che i "cani grandi e potenzialmente letali vanno gestiti come un’arma". Il suo punto di vista è stato condiviso da numerosi utenti, ma ci preme sottolineare che generalizzare non risolve il problema, anzi. Il punto non sono i cani di grossa taglia, ma i proprietari, che dovrebbero informarsi ed essere "educati" sulle caratteristiche della razza in questione prima di accogliere un amico a quattro zampe

Nella città di Bologna una cagnolina di 5 mesi conosciuta in tutto il quartiere Costa – Saragozza è stata sbranata da un cane di taglia grande di colore grigio. La piccola, a cui era stato dato il nome di Ragù, era un randagio nato in Sicilia e adottato da non molto da una famiglia dell’Emilia-Romagna.

Ragù stava passeggiando con i suoi proprietari in Via Andrea Costa quando un cane di taglia grande si è precipitato da un cancello e ha attaccato la cucciola, uccidendola. La triste vicenda ha toccato tutti gli abitanti del quartiere che ricordano Ragù come “una piccola meteora che ha rivoluzionato, per soli due mesi -davvero troppo pochi- la vita della splendida famiglia” che l’aveva accolta, sommergendoli di felicità come si legge in un post a lei dedicato.

Non ci sono parole per commentare l’accaduto, ma tante sono invece quelle che sono state usate per inveire contro il cane, sembrerebbe un molossoide, che ha sbranato Ragù.

Il cane, probabilmente un Pitbull o un Amstaff, è stato paragonato da Selvaggia Lucarelli a un’arma poiché potenzialmente letale, così come gli altri cani di taglia grande.

Ma in questo suo ragionamento, condivisibile per larga parte si rischia di passare dalla ragione (l’incapacità di certi proprietari nella gestione dei cani) al torto generalizzando un po’ troppo e facendo di tutta l’erba un fascio.

Il risultato, infatti, è che si punti il dito contro una razza o una taglia e non contro i proprietari del cane, che lo hanno gestito in maniera scellerata.

Diciamolo forte e chiaro, per non creare dubbi e fraintendimenti, parlando di razze pericolose per via della taglia. La colpa non è tanto del cane che ha aggredito Ragù, quanto dei suoi proprietari che non lo hanno saputo gestire e non hanno colto i possibili segnali di stress lanciati dall’animale.

Dobbiamo scongiurare il rischio di etichettare i cani grandi come pericolosi e prendere invece coscienza che il modo in cui questi vengono cresciuti e tenuti è la causa di attacchi e altri atteggiamenti “aggressivi” verso simili ed esseri umani. Anche un pincher può essere aggressivo e mordace, se gestito male (nonostante i danni che possa provocare per via della taglia, della forza e della conformazione della mandibola siano inferiori).

Una gestione irresponsabile fa insorgere problematiche comportamentali di vario genere in qualunque cane di qualunque razza, dimensione e colore.

I molossoidi sono però i principali a essere temuti e visti come un pericolo pubblico perché la loro conformazione fisica è chiaramente differente da quella di un Barboncino o di un Volpino.

Nessun cane nasce però aggressivo, nessuna razza è geneticamente pericolosa, ma sono i proprietari – che è difficile persino definire tali – a fomentare, o a essere incapaci di prevenire, episodi di aggressività talvolta mortali, come nel caso di Ragù.

Ed è bene ricordarlo piuttosto che considerare i cani di taglia grande a priori come un’arma, fraintendendo il discorso di Selvaggia Lucarelli (come emerge dalle centinaia di commenti al suo post).

La razza non determina l’aggressività di un esemplare.

Fonte: Selvaggia Lucarelli/Facebook

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