Prendono a pietrate e danno fuoco a un cane. Ricompensa per trovare i responsabili, si cercano due uomini e un bambino

Non ce l’ha fatta il cane che era stato cosparso di gasolio e preso a pietrate, dopo un tentativo di dargli fuoco da una famigliola di Paternò

Non ce l’ha fatta il cane che era stato cosparso di gasolio e preso a pietrate, dopo un tentativo di dargli fuoco da una famigliola di Paternò, in provincia di Catania. A raccontare la triste vicenda è stato sui social Massimo Anicito, presidente dell’ associazione “Cuori Randagi” che ha prestato soccorso all’animale. Ma per lui purtroppo non c’è stato nulla da fare.

**ATTENZIONE QUESTO ARTICOLO HA CONTENUTI CHE POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITA’**

“La cattiveria è un pozzo senza fondo” si legge nel post. Anicito da anni impegnato per il benessere animale spiega che una famigliola ‘persona grande, uno più giovane e un bambino’ sono stati capaci di un gesto orribile. Secondo alcuni testimoni, queste persone avrebbero lanciato una pietra al cane il quale era fuggito da un probabile tentativo di dargli fuoco.

“Il cane – racconta Anicito – si è divincolato e caduto in un ruscello: questi signori hanno iniziato a picchiare il cane e a tirargli una pietra, un grosso masso in testa”.

In questo post sui social Massimo Anicito racconta la tragica vicenda:

Successivamente alcuni ragazzi hanno messo in fuga la famigliola, salvando l’animale.

“Il cane è ustionato, ha la mascella spaccata- aveva detto Anicito- varie ferite”.

All’inizio tuttavia la situazione non sembrava grave, nonostante tutto quello che aveva dovuto passare questo povero animale, ma poi è arrivata la notizia che purtroppo il cane non ce l’ha fatta. L’indignazione per la morte di una animale innocente di circa tre anni corre sui social e adesso in tanti chiedono giustizia.

Così mentre i vigili urbani passano a setaccio le immagini delle telecamere a circuito chiuso della zona per individuare i tre, un professionista di Paternò ha offerto una ricompensa a chi fornirà notizie sui responsabili.

Chi ha visto qualcosa può contattare l’associazione Cuori randagi QUI

Fonte: Cuori randagi

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